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Quando un napoletano entra in bar o una pasticceria e chiede alla commessa al banco una sfogliatella, alla domanda immediata di quest’ ultima: “ vuole una riccia o una frolla? “ non segue mai una risposta altrettanto immediata. Si apre un momento interlocutorio la cui durata varia da individuo ad individuo. Il momento del dubbio coincide con il momento della scelta: quale sarà la più buona? Certamente quella più fresca, più croccante, più dolce, più fragrante. E poiché sul vassoio le meno fresche si confondono con quelle appena uscite dal forno, il cliente aguzza la vista e l’ odorato in cerca di quegli indizi che gli permetteranno di scegliere bene. Per cui si temporeggia: si guarda il colore della pasta sfoglia, se ci sono incrinature sulla stessa, se i riccioli merlati sono continui o discontinui, se la crema non fuoriesca già da qualche crepa , se il profumo sia più intenso o meno intenso. Questo esame non è poi tanto semplice e costituisce quasi un banco di prova per l’ acquirente per evitare una delusione, specialmente a prima mattina, e si vuole incominciare bene la giornata. Ed allora alla domanda incalzante della commessa: una riccia o una frolla come rispondere? Spesso lei guadagnare tempo, da la precedenza a qualche avventore venuto dopo di lui ed ha chiesto magari un cornetto ed un cappuccino. Ed intanto gli occhi roteano alla ricerca della preda giusta. Ed i minuti trascorrono, e la commessa si innervosisce e ripete: “ e allora? “ E allora bisogna decidersi: “ Signorina mi dia quella frolla! “ quale? questa qui?" chiede la commessa indicandola con il dito, " si questa qui “ risponde il napoletano con tono di voce poco convinto, perché mentre la commessa prende la sfogliatella frolla lui non distoglie gli occhi da quella riccia che le la stava vicino e che sembrava fargli quasi l’ occhiolino. Che fare? " Scusi signorina lasci stare, mi prende quella riccia? abbia pazienza!" Ma appena toccata, la riccia si sfalda eccessivamente." No Signorina, mi dia la frolla, ho deciso!" " Finalmente! Esclama costei : me state facenn perdere tiempo! ” E si lo so, scusatemi! ”, risponde con tono dimesso il napoletano. La commessa prende la frolla, e per farsi perdonare lo “ sbotto “ chiede con gentilezza: lo vuole un po’ di zucchero sopra? "No preferisco di no! Mi va addosso mentre la mangio". Quindi prende la sfogliatella avvolta in un tovagliolino di carta e da un primo morso d’ assaggio, piccolo, poi, se è buona, altri due morsi, ed è sparita. La giornata è cominciata bene! Ma spesso può succedere il contrario ed allora viene lo sconforto e la delusione e quel bar o quella pasticceria vengono registrati negativamente nella memoria gustativa. Tutto questo accade ad un napoletano. Figuriamoci cosa può succedere ad uno straniero o ancor più ad un settentrionale che volesse provare questo dolce nostrano. Mi trovavo alla bar dell‘ aeroporto di Capodichino ed in attesa di prendere l’ aereo per Torino, mi sorbivo lentamente un succo di frutta, quando al banco dei dolci si avvicina un passeggero proprio dall’ accento settentrionale e chiede una sfogliatella. Alla richiesta della commessa: “ vuole una frolla o una riccia? ,” lo vedo cadere in un profondo imbarazzo ed il dubbio sulla scelta si riaccende, ma lui non ha le tecniche di indagine di un napoletano e si affida al consiglio della commessa che gli offre una frolla. Timidamente lui chiede la differenza e gli ingredienti dell’ una e dell’ altra, e viene informato brevemente sul contenuto. Anche lui non è tanto convinto e chiede ulteriori informazioni e prende tempo. Poi alla fine accetta, assaggia il dolce e mi guarda ed io gli dico: forse era meglio quella riccia!" Si ha ragione," mi risponde," ma come faccio a saperlo, non è facile scegliere, e come avrei potuto fare diversamente?" Arrivati a questo punto io gli ho detto che una soluzione ci poteva essere alla stregua della Poesia “ ‘ e sfugliatelle “ da me scritta, che seduta stante gli ho recitato e che per trasposizione ed analogia avrebbe superato l’ostacolo provando a mangiare tutte e due la sfogliatelle. Ha gradito la mia poesia, che è stata ascoltata involontariamente, anche dal proprietario della bar che mi ha invitato a scriverla ed incorniciarla quale pubblicità per il suo locale. Cosa che io fino ad ora non ho fatto per un velato pudore. Alla fine ci siamo salutati ridendo cordialmente e ritornando ognuno al suo da fare.
Per quanto poi attiene più strettamente al contenuto della poesia succitata, il senso ed il significato di esso, sono abbastanza evidenti: se due ragazze ti piacciono contemporaneamente e ti attirano in modo diverso ma in ugual misura, se non sei deciso e rapido nella scelta di quale corteggiare, rischi di perderle entrambe. Nel dubbio sulla bontà dell’ una o dell’ altra e per non restar deluso della scelta eventualmente fatta, è meglio provarle tutte e due, ovviamente in separata sede. Per un doveroso inciso data la mia matura età e per non suscitare possibili sorrisi ed ilarità negli amici che leggono questa poesia, sottolineo che l’ ho scritta in età più giovanile, quando ero circondato e mi circondavo di sfogliatelle ricce e frolle. Ed ora ve la presento:
‘E sfugliatell’
Conosco a doje guaglione
ca so’ belle,
una..cianciosa, doce,
molla molla,
n’ ata..briosa,’ nzista,
ca s’ appiccia;
zucchero e cremm’ ‘ a primma…
è comm’’ a frolla,
fresca e croccante ‘ llata..
è comm’’ a riccia.
Pe’ me so’ proprio
comm’’ e sfogliatelle,
una, vulesse scegliere,
e nun saccio,
si forse è meglio chest’
o è meglie chella.
Si piglia ‘ a frolla,
‘ a riccia s’ incapriccia,
si piglia ‘ a riccia,
‘ a frolla me se smolla,
e si nu trovo chi
è cchiù doce e bella,
si mentre piglio a chest’
lass’’ a chella,
io, nun m’’ a mangio maje’
‘ sta sfugliatella!
E allora, aggio capito:
d’ ora in poi,
nun perd’ tiempo…
m’’ e mangio a tutt’ e doje!
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«Consiglio a tutti almeno una volta nella vita di assaggiare una sfogliatella frolla ed una riccia!» |
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Bravo, bravo, mi sono divertita moltissimo! (carla vercelli)
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