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Il sapore delle cose


Voglio dedicare un capitolo a qualcosa che invecchiando rischia di essere dimenticato da me. Questa cosa è il ricordo delle piccole cose che ci potevamo permettere. Quando era festa mia madre comperava un quadratino di cioccolato con le nocciole che divideva in piccoli pezzetti tra noi. Aveva un sapore quella cioccolata che mai più avrei assaporato di nuovo. Abitavamo a Pescara in Piazza Martiri Pennesi e la spesa la faceva spesso mamma o al mercato coperto o in un negozio di alimentari non distante. Quel negozietto di alimentari fu l'inizio di una catena commerciale di supermercati dei proprietari che non cito, ma che ricordo con affetto. C'era una cosa che adoravamo tutti, sopratutto io e mia sorella ed era l'osso di prosciutto. Quando il negozio non riusciva ad affettare più il prosciutto vendeva a poco prezzo l'osso e noi ci divertivamo a spolpare ogni pezzettino. Il sapore di quel prosciutto, le striscioline accanto all'osso erano il sapore del proibito, del difficile. Mia madre poi era siciliana e i dolci li sapeva fare e toccava a noi bambini o pulire la crema o la cioccolata dalle pentole e dalla buccia di limone o dal cucchiaio di legno. Per non dimenticate il pane intinto nel sugo, quel sugo che inondava la casa di profumo. Nei momenti di abbondanza s'andava a prendere i favolosi supplì della rosticceria Menoni in via Cesare Battisti. Due invece erano le pizzerie a taglio migliori, una dietro piazza Salotto e una in Piazza Sacro Cuore. Ci sono ancora quelle pizzerie, ma non i pomodori e le mozzarelle di allora. Questo mondo globalizzato ha ucciso i sapori, o forse ha semplicemente ucciso la poesia dei sapori e la pizza di Laurine a Popoli non la puoi più assaggiare.

Hariseldom 06/12/2014 11:07 1 1105

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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Commenti sul racconto Commenti sul racconto:

«"Questo mondo globalizzato ha ucciso i sapori, o forse semplicemente la poesia dei sapori", scrive il narratore, ed io, più o meno suo coetaneo, non posso che concordare: la brama di guadagno facile e l'uso a quanto pare imposto di OGM e di altre diavolerie del genere portate dalla globalizzazione stanno modificando definitivamente i gusti delle cose che mangiavamo da ragazzi. Del resto, forse, è stato sempre così, se ricordo che la mia nonna pesarese (classe 1893), quando avevo una decina di anni, davanti a molti piatti che a me piacevano tanto, diceva spesso, nel suo colorito dialetto: "L'è bòn, prò el n'è quel ch'a digh me! " ("E' buono, ma non è quello che dico io! ")»
Antonio Terracciano

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