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Vola nell’ aria un seme, cerca ristoro, si vuole fondere con la Terra, diventare albero alto fino al cielo, sogno di chiunque, nascere, crescere e farsi imponenti. Il piccolo seme trova il luogo adatto vicino ad un torrente, pensa che così non patirà la sete, ha tutta l’ ombra degli alberi e l’ acqua che non gli mancherà l’ estate quando le piogge saranno deboli e il caldo aumenterà l’ arsura. Non sa che l’ acqua si trova anche sotto le zolle, le radici vanno oltre la superficie a cercarla per dissetarsi, all’ apparire e’ più semplice percorrere quella sponda.. Il letto del fiume scava l’ alveo diventa sempre più ripido e l’ albero crescendo si inchina, svettare non è semplice, le sue fronde vogliono carezzare il cielo, grattare quel l’ azzurro o inebriarsi di pioggia estiva .. Passano gli anni, il tronco sempre più torto, anche gli uccelli abbandonano il nido, non scelgono più l’ albero, cercano altrove il riparo, le foglie toccano l’ acqua a volte parlano con i pesci, le ranocchie cantano la loro serenata e l’ albero si domanda che fine farà. Vuole vivere e sopporta tutto, anche quell’ acqua che soffoca le sue foglie, cerca il vento che lo spinga in alto, lo raddrizzi, ma vano è il tormento, si abbandona alla disperazione, l’ attimo dopo tenace si vuole risollevare, cerca e ascolta il rumore del fiume, assapora quegli attimi di pace incontaminata e aspetta che l’ evento si avveri.. Ormai ha le fronde dentro il letto, quando la piena arriva travolgono tutto, s’ incagliano nei suoi rami tronchi morti venuti da lontano, si duole è bagnato si sente soffocare, gli manca l’ ossigeno, vuole respirare e la notte quando tutto si trasforma per lui lo scambio diventa difficile, si mischia con l’ ossigeno diventa come un polmone che non respira bene.. Passata l’ estate le foglie ingialliscono, cadono silenti nel letto del fiume, le porta via la corrente, l’ albero spoglio si sente più solo, sfigurato non ha nessuno intorno, solo il vento gli parla e gli dice che quando il suo soffio diventerà forte, lo farà cadere e il suo tronco raggiungerà le foglie lontane e marciranno per sempre dentro gli umori della Natura per ritornare come piccolo seme oltre lo sguardo.. Aspettando il vento, l’ albero si lasciò andare e piano piano si addormentò per sempre, la sua linfa vitale si fermò lasciando cadere gocce di umore al ricordo . Arrivò il soffio quello più ardito, iniziò a infuriare fino a che il tonfo dell’ albero caduto non si è sentito lontano, nessuno si è girato, ognuno ha pensato a se, senza nemmeno salutare con lo sguardo quell’ alberello torto che, con la sua storia, insegna che da piccoli si deve pensare a imparare le regole, rispettare i luoghi e non sempre la prima soluzione è quella giusta, cercare per trovare sempre la verità, non fermarsi mai alla prima che appare, di non dimenticarsi che tutti siamo in questa Terra di passaggio e dobbiamo cercare di rispettare e amare fino al nostro ultimo saluto. |
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Questo racconto è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l'attribuzione all'autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«Favola per le mie bambine, raccontata guardando il fiume sotto casa...
La bellezza della Natura attraverso le stagioni, nonostante l'incuria dell'uomo...
Foto del nostro torrente ...» |
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