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193 persone sono online 1 autore online Lettori online: 192Poesie pubblicate: 361’342Autori attivi: 7’477
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Ciao, il mio nome è Paolo, papà e mamma mi chiamano Paolino ma credo solo perché dimenticano che ho nove anni e sono grande perbacco. La mia mamma è molto bella e io le voglio molto bene anche se vorrei fosse lei a rimboccarmi le coperte la sera, quando si fa notte e gli angeli giocano con le stelle. Il mio papà la sera guarda il telegiornale e si commuove, l’ ho visto piangere spesso e dirmi che la televisione gli fa bruciare gli occhi, sta per ore seduto con la bottiglia del vino sul tavolo e la mamma si arrabbia molto, sempre più spesso. L’ altra sera credevano mi fossi addormentato e ho sentito la mamma dire al babbo che non lo sopporta più, che vuole che se ne vada e lui che rispondeva che non c’ erano i soldi per vivere separati: non voglio che il mio papà se ne vada, l’ ho detto molte volte alla mamma, ma lei ogni volta dice che sono troppo piccolo per capire e io stringo forte i pugni per darle a intendere che sono molto arrabbiato. Mio fratello grande spesso mi tratta male e tratta ancor peggio mio babbo seppure con la mamma sorride spesso, sono un poco geloso di questo, parlano e ridono sempre fra di loro ma smettono immediatamente se papà li avvicina. Ieri sera mamma era bellissima, aveva un vestito di mille colori quasi vestisse l’ arcobaleno, il campanello ha suonato tre volte e lei è corsa giù in cortile dove lo zio l’ aspettava impaziente. L'ho vista uscire di fretta mentre papà con occhi lucidi mi accompagnava a letto per poi accarezzarmi col pollice le guance. Non so chi sia lo zio che più volte la settimana viene a prendere mamma per portarla a ballare, ma lo saprò presto perché mamma mi ha promesso di portarmi a vedere la sua casa in campagna e a me piace la campagna. Mi piacciono i prati dove potere correre e vorrei avere un cortile dove giocare a palla. Mio papà mi porta spesso a giocare a palla al parco e io mi diverto un sacco, sarà bello giocare con papà nel cortile dello zio: “ Perché papà verrà con noi vero mamma?” Litigano spesso ed io mi chiudo in camera ma sento tutto e ho sentito mio fratello grande dire le parolacce a papà e lui che lo invitava a smettere di spintonarlo e a quietarsi: “ Vattene da questa casa, sei un buffone” urlava, mentre la mamma ridendo gli faceva eco. Urla e parolacce sono continuate per molto tempo poi più nulla… il silenzio. Papà ha aperto la porta della mia camera, come al solito aveva gli occhi lucidi, mi ha accarezzato e rimboccandomi le coperte mi ha detto: “ Tutto bene, Paolino” e quando gli ho chiesto perché avessero urlato lui mi ha risposto che mamma mi vuole bene ed anche mio fratello e quello che stava accadendo erano cose da grandi che io non dovevo nemmeno sentire. La mattina dopo mi sono alzato col profumo del latte e cioccolato che mi ha fatto mamma, papà era già al lavoro, è la mamma che comincia più tardi ogni mattina che m’ accompagna a scuola. La settimana scorsa papà e mamma mi hanno accompagnato insieme, vi era un “ incontro scuola genitori alunni” e quasi tutti i miei amici come me si erano fatti accompagnare da entrambi. Per l’ occasione la palestra della scuola era addobbata come fosse una festa di compleanno e mentre io e i miei amici giocavamo i genitori e i professori si scambiavano pareri e conoscenze. Papà e mamma nemmeno erano vicini e nell’ osservare i papà e le mamme dei miei compagni ho notato una cosa strana: la mamma e mio fratello quando sono insieme si comportano come fanno i genitori dei miei compagni, quasi come se lui avesse preso il ruolo di babbo. Certo almeno ora papà sorride mentre scherza e parla con i professori e con altri genitori e i suoi occhi non sono umidi come quando è davanti alla televisione. Ma perché mai guarda il telegiornale se poi le notizie lo intristiscono? Quando guardiamo insieme i cartoons ride forte e questo fa ridere me ancor più. Quando è finita la festa e siamo tornati a casa, il babbo ha guidato in silenzio mentre mamma continuava a raccontarmi cose divertentissime sulla festa appena terminata. Strada facendo ci siamo fermati a prendere la pizza per tutti e quattro, il mio fratellone era a casa ad aspettarci ed io ero felice. E' di nuovo venerdì sera e la mamma ha indossato un bellissimo vestito a fiori per andare a ballare: “ Vado con lo zio perché tuo padre non ama ballare” questo dice da sempre. Papà stasera nemmeno ha sparecchiato, è li seduto al tavolo con il bottiglione del vino davanti e nonostante abbia gli occhi lucidi insiste a guardare la televisione. Si è persino scordato che di solito a quest’ ora mi accompagna a letto e io ne approfitto per giocare con la playstation, mio fratello mi passa accanto e si dirige in cucina dove c’è papà:” Vergognati “gli dice “ non sei che l’ ombra del padre che avevo, buffone”. Ricominciano, mi stacco dalla play e m’ avvicino e sento papà ribattere “Piantala, cosa credi, vuoi colpire tuo padre? Vergognati di questo come io mi sto vergognando del male che ti ho fatto”. Giusto questa risposta e mio fratello spintona violentemente il babbo facendolo barcollare, urlo: ”Lascia stare papà” e lui imprecando esce sbattendo la porta. “Vieni Paolino che t’ accompagno a letto.” il babbo mi prende per mano e sorridendomi mi accompagna ”domani ti porto al parco a giocare alla palla” una carezza e esce spegnendo la luce, chiedo al babbo dello zio e lui facendo una strana smorfia mi dice: ”è uno zio che viene da molto lontano e che un giorno conoscerai, dormi ora” . E’ mattina e nessuno mi è venuto a chiamare, mi sono svegliato da solo, sorrido e mi alzo dal letto, ma che strano, non sento il profumo della cioccolata calda e di là pare ci sia della gente. Infilo le pantofole e apro la porta della camera, mamma mi viene incontro e piangendo mi abbraccia. Ci sono i carabinieri e il parroco, mio fratello è seduto sulla poltrona con le mani sul viso. “Cosa succede mamma, perché tutta questa gente qui?” . La mia mamma mi stringe ancora più forte e il parroco si avvicina e mi dice: “Paolino, devi essere forte, il babbo è stato male, non tornerà più qui, è con gli angeli ora”. Poi si rivolge al carabiniere: “poveretto, che brutta fine, ma perché mai lo avrà fatto? Mamma singhiozzando a sua volta si rivolge ad entrambi: “Come faremo senza di lui, poverino, aveva un forte esaurimento e noi non siamo stati capaci di aiutarlo.” “ Papà è morto? “ scoppio a piangere: ”mi aveva promesso che saremmo andati a giocare alla palla, voglio il mio babbo!” Una mano forte si appoggia sulla mia spalla, mi giro e vedo un signore alto con lo sguardo vagamente sorridente: “Ciao Paolino, sono lo zio Renato, vieni con me che andiamo a giocare al parco” lancio uno sguardo interrogativo alla mamma che annuisce mentre mio fratello stringe la mano allo zio.
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«L'opera pittorica raffigurata è di Anna Maria Calvi» |
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