Antonino incontrò Marie- France durante un meeting politico organizzato dal P. C.F., nel dipartimento del Nord- Pas- de- Calais, in Francia.
Il giovane italiano, che era all’ epoca dei fatti assistente d’ italiano all’ Università di Lilla, stava parlando animatamente di libertà d’ opinione in URSS e di purghe staliniane con Georges Marchais, segretario delPartito Comunista Francese, quando vide Marie- France per la prima volta.
Era vestita in modo originale: indossava un lungo abito fiorito e un foulard trasparente che le avvolgeva il collo.
Aveva circa una trentina d’ anni e si muoveva come una libellula in balia del vento. Ogni suo movimento era così armonioso da sembrare il frutto di una meditazione trascendentale. In realtà, la sua postura, come venne a sapere Antonino in seguito, era il risultato di venti anni d’ allenamento in palestra.
Era bella come il sole, ma la sua modestia oscurava la sua avvenenza ed esaltava la sua eleganza.
Antonino s’ innamorò a prima vista di quella ragazza che, inspiegabilmente, si avvicinò a lui, con la leggerezza di una folata di vento, e gli parlò ininterrottamente di proletariato e di rivoluzione permanente.
La donna gli raccontò che era sposata con Tahmouress, un pilota iraniano della compagnia di volo Air France, il quale aveva imposto a suo figlio il nome di Mosavi, per rendere onore all’ imam Ruhollah Khomeyni, perché il bambino era stato concepito durante la rivoluzione khomeinista.
Dopo lunghi mesi di litigi, dovuti soprattutto alla gelosia di lui, Tahmouress era fuggito nel suo paese natio, portiamo con lui Mosavi.
Da quel fatidico giorno, la donna francese, sconvolta dal rapimento del figlio, decise di cambiare radicalmente vita….
Prima di abbandonare il meeting, Marie- France lasciò il suo numero di telefono ad Antonino e gli chiese, senza giri di parole, di confermare al più presto l’ invito a cena per il venerdì seguente, così lei avrebbe potuto preparare in modo adeguato il cibo e il … suo appartamento.
Il lunedì successivo, Antonino telefonò alla donna che gli diede l’ indirizzo preciso, dove abitava e gli disse che sarebbe rimasta sola per cui avrebbe potuto rimanere a dormire a casa sua.
Antonino aspettò con ansia l’ appuntamento con quella meravigliosa donna che avrebbe segnato il corso della sua vita, a Lilla, e gli avrebbe lasciato un ricordo indelebile.
Si presentò alle ore 20. 00 precise, suonò il campanello per ben due volte, come pattuito al telefono, e aspettò che il portone si aprì. Appena entrato nella hall dell’ immobile, si rese conto che esso fosse di tipo residenziale. Prese l’ ascensore e salì al terzo piano, cercò l’ appartamento numero 301 e aspettò silenziosamente dietro la porta.
Dopo qualche secondo, Marie- France lo fece entrare.
L’ appartamento era ammobiliato in modo sontuoso: ogni cosa era situata al posto giusto e sembrava essere avvolto da una luce misteriosa.
Lei indossava un kimono giapponese nero in seta che non esaltava il suo stupendo corpo, ma ne magnificava la postura con grazia e ponderatezza.
Mangiarono in un soggiorno austero, dove spiccava, come un’ aquila reale, la foto ingrandita del bambino rapito.
Antonino mangiò con voracità il cibo, mentre lei lo guardava divertita.
Bevvero il sakè, in uno strano bicchierino, poi Marie- France prese per mano Antonino e lo condusse nella sua stanza da letto.
Improvvisamente, la donna si trasformò completamente, si spogliò in un batter d’ occhio e si scaraventò su Antonino, che rimase a bocca aperta, non aspettandosi una reazione così inaspettata da parte della donna.
Non che la cosa gli dispiacesse, ma Antonino era abituato a essere lui il cacciatore, mentre con Marie- France era diventato la preda.
La Francese scagliò per terra le sue scarpe, gli tolse la camicia, gli abbassò i jeans e si piazzò sopra di lui, come se stesse cavalcando, nella famigerata posizione del missionario.
Il piacere che Antonino provò fu così intenso che, dopo l’ orgasmo, si addormentò sfinito tra le braccia della donna.
Alle prime luci dell’ alba, aprì gli occhi e, vedendo che la donna stava ancora dormendo, si svestì frettolosamente e uscì, facendo attenzione a non fare troppo rumore.
La storia durò così per qualche mese, senza particolari scossoni, fino al momento in cui Antonino cominciò a essere sospettoso, perché s’ innamorò perdutamente di Marie- France.
Fu allora che decise di sorvegliare la sua casa, senza farsi notare, e, dopo lunghi ed estenuanti appostamenti notturni, scoprì con rammarico, che la donna, che turbava i suoi sogni, riceveva sette uomini la settimana: uno al giorno e lui, chissà per quali motivi, era quello del venerdì.
Non telefonò mai più a Marie- France e cercò di dimenticarla, ma ancora oggi, dopo trenta anni, ricorda con nostalgia il tempo in cui era giovane e la prima volta in cui la incontrò a quel meeting politico che segnò irreparabilmente la sua esistenza.