Arrivarono alla macchina stremati dalla stanchezza e dalla fame. Nel tragitto fino a casa non dissero nulla. Ma il tarlo si era ormai insinuato nella mente di Luigi. C'era qualcosa che non lo convinceva – aldilà della stranezza della situazione – qualcosa che sfuggiva al suo sempre vigile controllo. Una volta a casa, la invitò a farsi una doccia e nel frattempo salì su in soffitta alla ricerca di qualcosa da farle mettere addosso. Aprì il grosso baule, rimasto chiuso ormai da anni. Lo sguardo si posò su una pila di buste legate con un elastico. Non si ricordava più di aver conservato le lettere di Adriana ed ebbe un sussulto. Con le mani tremanti cercò di togliere il nastro che le avvolgeva, ma mentre trafficava in una maniera sempre più concitata, si accorse che Alicia era alle sue spalle e trasalì.
“ Che ci fai qui, non eri sotto la doccia? “
"Come vedi ho finito “ rispose con sarcasmo la bambina mentre, avvolta nell'accappatoio di Luigi, si strofinava i lunghi capelli biondi. -” Sono le lettere della tua fidanzata? “
“ No.... non ho... una fidanzata” balbettò Luigi sentendosi il viso avvampare.
“ E allora perché ti tremano le mani? Dammi qui! “ gli strappò una busta dalle mani e la aprì con una velocità che non dette il tempo a Luigi di reagire. Cominciò a leggere, ma all'improvviso spalancò gli occhi e cadde a sedere per terra.
“ Che ti succede? “
“ Qu... qu.. quando hai ri...cevuto qu...este l..ettere ? “ balbettò in preda all'ansia
“ Non capisco, che ti succede? “
“ Rispondi! “ Urlò perentoria
Luigi si alzò e la prese per le spalle per cercare di calmarla, ma lei si divincolò e continuò ad urlare: “ Voglio sapere quando hai ricevuto queste lettere! “ - la voce le si incrinò e cominciò a singhiozzare.
“ Alicia, ascoltami, io non ho problemi a raccontarti la mia storia, ma adesso tu mi devi spiegare qualcosa. Mi stai facendo preoccupare, cosa ti succede? Perché piangi, tesoro? “ e mentre pronunciava queste parole, sentì che anche la sua voce si stava incrinando, sentì un'onda emotiva salire sul cuore, sentì che quella bambina, in qualche modo e per qualche motivo che ancora ignorava, rappresentava qualcosa di importante per lui. Alicia si allontanò verso il bagno e chiudendosi la porta alle spalle gli disse: “ Adesso mi devi raccontare tutto... tutto, capito? “ Nell'attesa che la bambina si vestisse, lui si accese un sigaro e prese una lettera in mano. La aprì ma il cuore iniziò a battergli all'impazzata. Iniziò a leggere:
Amore mio,
senza te non vivo. Perché mi hai lasciata sola? Io adesso cosa faccio? Da quando non ci sei non c'è più il sole.
Torna con me, ti prego. Partiamo, andiamo lontano da qui, in un posto dove nessuno ci troverà. Dimentica il passato, ti prego, dimenticalo! Io ti amo, ed è questo che conta. Lo so che anche tu mi ami, lo so che non è vero quello che mi hai detto .Chiamami, amore mio
Ti amo, ricordalo
Per sempre
Tua Adriana
Faceva fatica a trattenere le lacrime, era come se il tempo si fosse fermato a 10 anni prima.
Ma quello che non riusciva a capire, era la reazione di Alicia. Mentre era assorto nei suoi pensieri e nelle sue emozioni, la bambina ritornò, nella tuta celeste che le stava grandissima. Era dolcissima!
Si sedette accanto a lui, si accorse che aveva le lacrime agli occhi e gli appoggiò la testa sulla spalla.
“ Dimmi, piccolina, cos'è che ti turba? “ Perché ti sei messa a piangere quando hai letto una delle lettere della mia ex fidanzata? “
“ Il nome.... l'indirizzo... è... è..”
“ Cosa? Si chiama Adriana... cosa c'è che non va? “
“ Ma... il cognome... l'indirizzo su.. sulla busta... “
Luigi prese una busta in mano e la girò dal lato del mittente. C'era scritto in grande:
ADRIANA RINALDI
CORSO VITTORIO EMANUELE II
PESCARA
“ Perché la conosci? “
La bambina non riuscì a rispondere, fu sopraffatta da una crisi di pianto e singhiozzando cercava di dirgli qualcosa, ma non ci riusciva. Per calmarla, lui la prese in braccio e lentamente cominciò a cullarla e a cantarle una specie di ninna nanna. Rimasero così per un tempo abbastanza lungo, durante il quale Luigi poté ripercorrere con la mente il suo passato. Era stato un vigliacco, non aveva avuto il coraggio di affrontare le difficoltà, di combattere contro tutti per difendere il loro amore.
I genitori di Adriana gli avevano fatto la guerra, non volevano che la figlia sposasse uno “spiantato”. Per lei avevano sognato un matrimonio importante e lui non era nei loro programmi. Così avevano vissuto anni molto difficili, si vedevano di nascosto, non potevano farsi vedere in giro. Il paese era piccolo e c'era sempre qualcuno disposto a raccontare di averli visti insieme.
Poi, un giorno, mentre lui stava rientrando a casa, trovò il padre di lei davanti casa sua. Lo minacciò, gli disse che non doveva più avvicinarsi a sua figlia, che la doveva lasciar perdere, altrimenti l'avrebbe chiusa in casa e non l'avrebbe neanche più mandata a scuola. Fu a quel punto che Luigi decise che non poteva rovinare la vita di Adriana, che se veramente la amava, doveva lasciarla libera, perché era vero, lui non aveva niente da offrirle. Aveva 15 anni più di lei e un lavoro dignitoso ma lo stipendio era troppo basso per le sue esigenze. Così aveva deciso di lasciarla, dicendole che non l'amava più e, di lì a poco, il padre di lei accettò il trasferimento a Pescara, per allontanarla da lui, da quel paesino dell'entroterra umbro, dove l'unica distrazione era la televisione.
La sua mente tornò su Alicia che continuava a piangere, anche se in una maniera più composta, quasi rassegnata. Non riusciva a capire. Tutti gli interrogativi tornarono alla sua mente: perché era su quella strada da sola? Perché vestita da cerimonia e senza scarpe? Ma soprattutto, cosa le aveva provocato una reazione così forte? Cosa poteva essere accaduto? Conosceva Adriana?