“Mia madre” - disse Alicia, come uscendo da un torpore letargico, con un filo di voce.
“Cosa? Tua madre cosa?”
“ Adriana Rinaldi”
“ Cosa? Adriana è tua madre?” Luigi sobbalzò in piedi
“ Si, ma io non voglio più tornare a casa! Lì c'è il mio patrigno che è sempre arrabbiato e non posso mai giocare, né vedere la televisione altrimenti sono guai! Se è stanco è capace di picchiarci e io non voglio più stare lì con loro! Io l'ho detto a mamma di mandarlo via, ma lei non vuole perché dice che ha paura, che lui ci ammazzerebbe! E io non voglio tornare a casa, ti prego non farmi tornare a casa, fammi stare qui con te!” Alicia ricominciò a singhiozzare e Luigi adesso leggeva chiaramente nei suoi occhi la paura e la disperazione.
“No, piccolina, stai tranquilla, non ti lascio andare via così. Adesso mi racconti tutto dall'inizio e, vedrai che troveremo una soluzione”
Ci volle ancora un'ora prima che la bambina riuscisse a calmarsi e iniziò il suo racconto.
Molti anni addietro, dopo che si era trasferita con i suoi genitori a Pescara, Adriana rimase incinta. Per i genitori fu una tragedia, data la mentalità, aggravata dal fatto che lei non volle mai rivelare il nome del padre. I genitori la costrinsero così a sposarsi con un avvocato della zona, un po' avanti con gli anni, ma che le avrebbe garantito una certa agiatezza e che avrebbe messo a tacere i pettegoli. Lei all'inizio rifiutò, minacciò, urlò, pianse e poi scappò. Ma fu riportata a casa dalla polizia perché era ancora minorenne. E alla fine accettò di sposarsi perché comunque la sua vita era diventata un inferno dentro casa e avrebbe in ogni caso dato un padre a sua figlia.
Cosa provocò in Luigi questo racconto, è facile da immaginare. Non ci volle molto tempo a trarne le conclusioni, anche perché le date coincidevano perfettamente. Dunque, Alicia era sua figlia!
Rimase di stucco, non ci credeva, ma nello stesso tempo sperava di non sbagliarsi, sperava che non fosse un sogno da cui si sarebbe svegliato di lì a poco...
La abbracciò e le scostò i capelli dalla fronte, poi portò la sua testa sul suo petto cullandola dolcemente. Una figlia! Di Adriana! Non voleva muoversi da quella posizione, perché temeva davvero di svegliarsi ed infrangere questa illusione.
Alicia, dal canto suo, ancora ignorava questa verità, perché non aveva collegato la loro storia con la sua nascita. Era troppo presa dal suo dolore, dalla sua paura per poter accogliere questa nuova, bellissima notizia.
“Come hai fatto a scappare?” - riprese Luigi
“ Eravamo al pranzo per la Prima Comunione di mia cugina, non lontano da qui e ad un certo punto, mi è caduta la forchetta per terra e lui... lui mi ha mollato un ceffone in pieno viso.. così, davanti a tutti... e...” la voce le si ruppe di nuovo ma riuscì a riprendersi
“... sono fuggita fuori, mentre tutti erano seduti a tavola... ho preso il primo sentiero che mi sono trovata davanti, addentrandomi nel bosco e ho cominciato a correre... correvo senza pensare, il più forte possibile, non volevo che mi riprendessero, volevo scappare via per sempre.. sparire! Poi... poi ho incontrato te e ho avuto paura che mi portassi ai carabinieri.... e ancora adesso ho paura che tu mi voglia riportare dal mio patrigno... Io non voglio abbandonare la mia mamma, ma non voglio più vivere con lui!” riprese a piangere disperatamente.
“No, piccolina, non ti riporterò dal tuo patrigno, stai tranquilla! Però una cosa la dobbiamo fare, perché mamma sarà disperatamente in pensiero per te! Dobbiamo fare in modo di contattarla per dirle che stai bene”
“ No! E poi loro mi vengono a riprendere e lui mi riempirà di botte... e...”
“Non lo permetterò mai!” urlò perentorio Luigi
“Troveremo una soluzione, lasciami riflettere un pò”
Alicia si era calmata e di lì a pochi minuti si sarebbe abbandonata tra le sue braccia in un sonno profondo.
A questo punto Luigi la portò in camera e la adagiò dolcemente sul suo letto coprendola con una coperta. Poi tornò giù e iniziò a riflettere su tutta la faccenda. Sua figlia! Aveva una figlia!