Cap 18
Non c'era nulla di quella stanza che non giacesse nella più intima ed antica memoria di Sergio.
Erano molti anni che non ci rimetteva piede e non sapeva neppure lui bene perchè, visto che per quella casa passava spesso e le occasioni di entrarci non gli sarebbero mancate, ma era come se avesse voluto trasformare quella stanza in una specie di santuario del passato, da non profanare e da mantenere intatto solo nella sua memoria.
Appena si trovò là, gli basto rivedere il grande letto ed I vecchi mobili, perchè mille immagini si riaffacciassero nella sua mente: dentro di lui si proiettava un film surreale, composto di mille spezzoni, completamente disarticolati fra di loro, e sentiva con intensa emozione ognuna di quelle immagini, altalenanti fra gioia e dolore.
In quella stanza aveva trascorso quasi tutte le sue notti infantili, fino alla soglia della prima gioventù.
Non sapeva neppure per quale ragione, sempre che vi fosse stata una ragione, per tutti quegli anni avesse dormito insieme alla nonna.
Era stata forse l'unica persona, di quel suo lontano ed intimo passato, che ricordasse con benevola nostalgia.
Neppure con lei erano mancati contrasti, ma capiva bene, col senno di poi, di quanto fossero stati ingiusti da parte sua, derivati da una sua emotiva sudditanza rispetto ai condizionamenti genitoriali.
Ricordava la nonna come una donna sobria, seria ed austera, autorevole e severa, ma anche dolce, a tratti. La ricordava soprattutto affidabile, e quell'impressione intatta che gli aveva lasciato, che in nulla mai si contraddicesse rispetto alle parole che pronunciava
Tante volte si era chiesto quanto in lui avesse finito per assomigliarle, e vedeva chiaramente che quel suo modo di essere aveva influenzato molto il suo carattere, e la principale ragione di questo la trovava proprio nella grande affidabilità di lei. L'unica persona adulta su cui lui avesse potuto davvero contare, da bambino.
Ritrovarsi in quella stanza lo riportava in quei tempi lontani, dentro l'atmosfera severa a cui sua nonna improntava tutte le cose.
Prima di dormire doveva sempre recitare con lei alcune preghiere, dopo di che la luce doveva essere spenta.
Ricordava I cassetti dei comodini, tutti colmi di libri religiosi, di messali, di santini: tutto parlava di una fede molto tradizionale, ma forse anche molto profonda, come lo si poteva escludere?
Mentre seguiva questo ultimo pensiero, Sergio non potè trattenereun sorriso, nel chiedersi come fosse stato possibile che la fervente educazione religiosa, che la nonna aveva cercato di trasmettergli, non avesse avuto su di lui alcun effetto, pareva anzi l'effetto contrario.
Ma non se la sentiva di addebitare questo a sua nonna, era tutto accaduto dopo e per ben altre ragioni, a quel tempo era ancora pieno di passione religiosa e nessun dubbio ancora lo sfiorava.
Ma non era stato che un attimo, il tempo in cui questa lunghissima scia di pensieri lo aveva attraversato, e di nuovo si era sentito trascinare dalla più piena comprensione con Irene e forse, quella fuggente immersione in quelle sue antichissime emozioni, lo aveva ora portato a sentirsi con ancor più grande totalità in lei. Anche questo era strano, era come se lei fosse sempre c'entrata, fin da allora.
Non parlavano, non dicevano niente, sentivano soo la loro attrazione ed il loro bisogno di amarsi.
Stavano immobili, l'uno davanti all'altro, vicino al letto, senza provare imbarazzo. Nulla li separava e quasi si stupivano di questo, della naturalezza con cui sentivano quella loro intimità.
Si guardavano con pienezza, i loro occhi si attraversavano limpidi e trasparenti e senza l'ombra di esitazione.
Sergio le accarezzava i capelli, le sfiorava le guance, il loro gioco di baci continuava inesauribile, l'emozione di appartenersi viveva in tutti i loro piccoli gesti, dentro il più dolce dei dinamismi.
Senza aver mai smesso per un attimo di trasmettersi intimità, era sembrata quasi una magia da prestigiatore che si liberassero di un indumento dopo l'altro, fino ad essere quasi completamente nudi, sempre più vicini.
La loro nudità sembrava fluisse fra di loro quasi inavvertitamente, fondendosi in modo naturale con la nudità delle loro anime che già prepotente sentivano. L'aver scoperto tanto, e lentamente, tutte le loro emozioni, aveva reso fra di loro la caduta degli ultimi veli assolutamente irrisoria. Un piccolo particolare che alla fine si realizzava, e che era solo il prevedibile completamento di tutta la loro precedente evoluzione.
Nel trovarsi nudi uno di fronte all'altra non provavano imbarazzo, nessuna insicurezza rispetto a sè stessi, sentivano come se quella loro nuova intima dimensione fosse già stata integrata in loro, nel processo di dolce conoscenza che avevano percorso insieme. Seppure si vedevano, si guardavano senza guardarsi, c'era solo il forte desiderio di incontrarsi e di fondersi finalmente anche nella piena fisicità.
Erano l'uno davanti all'altro, e sentivano un profondo piacere in quella nudità, così serenamente vissuta.
Si baciavano con baci dolci e via via più appassionati, si accarezzavano, cercando il più esteso e totale contatto con i loro corpi, si sentivano invasi dalle sensazioni più forti ed eccitanti.
Irene era solo apparentemente immobile, dentro di lei tutto era trasportato in quel turbine di sensazioni Vivevano uno splendido silenzio, privo di separazione, nel quale si sentivano completamente uniti.
Irene si sorprendeva della serenità emozionata con cui si sentiva trasportata in quella loro intima atmosfera. Sentiva puro e naturale quel loro amarsi, e le pareva quasi un miracolo lo svanire di ogni freno, a viversi completamente, dall'interno di sè stessa. Non provava colpa per quello che accadeva, ogni impedimento a quel fluire le sarebbe sembrato come un voler frapporre una diga al libero corso di un fiume. Se avesse avuto tempo di sorprendersi, forse se ne sarebbe sorpresa, ma non era così: il suo tempo era tutto racchiuso in quel gesto, con lui.
Si sentivano in reciproca fusione, non esistevano rivalità, competizioni, invidie, meschinità, c'era solo il loro naturale bisogno e desiderio di amarsi. In quel puro trasporto non esisteva nulla che potessero intendere come male.
Cadono
gli ultimi veli
delle anime disarmate
non è nulla
un piccolo vento
pare una carezza
corre fluido
il sangue caldo
si fissa nell'eterno
il grande moto
tanti strumenti
un solo suono
bel silenzio
non ha finzione
amore
non ha giudizio
brucia il fuoco
d'incontro pieno
son gli spasmi
come lampi
dentro lungo
in cima in fondo
fermo il fuoco
brucia lento
non ha fretta
il tempo eterno.