Agosto volgeva oramai al termine.
Nell'aria già aleggiavano i primi sentori dell'inizio del nuovo anno scolastico e anche Silvia percepiva che le sue vacanze estive avevano purtroppo i giorni contati. E in quei momenti era sempre tesa, irritabile, scontrosa quasi. Doveva ritornare sui banchi del liceo, ma si sentiva estremamente in ansia per questo. Silvia, un viso dolce, occhi grandi di un verde disarmante in una bellezza ancora acerba e un cuore sempre più innamorato. La sua favola si chiamava Linda, una ragazza incantevole, un sorriso radioso e tanto coraggio nell'anima. Silvia e Linda si conoscevano da sempre e con il passare del tempo erano arrivate a comprendere che la loro non era solo una semplice per quanto dolcissima, amicizia, ma era Amore. E proprio perché confidavano in questo Amore che non si erano più nascoste e avevano deciso di dichiarare questo loro sentimento. Tra i banchi del liceo però, Silvia aveva trovato anche molta ignoranza, e questo l'aveva portata a temere il confronto con gli altri studenti, a tal punto da prendere in esame l'idea di non portare a termine il ciclo di studi. In procinto dell'inizio dell'anno scolastico Silvia maturò la decisione del ritiro. Linda, che comprendeva benissimo la natura del profondo disagio di Silvia, riuscì però a convincerla a non mollare. Linda aveva trascorso molti giorni cercando di dare forza e fiducia a Silvia, ma soprattutto, si era impegnata in tutto quel tempo a donarle semplicemente Amore. Così Silvia ritornò su i suoi passi e I'anno accademico ebbe inizio. I primi giorni scorrevano in uno stato di apparente tranquillità ma poi, una mattina come le altre, Silvia giunse al suo banco e trovò una frase scritta con un pennarello che faceva riferimento in modo irriguardoso alla sua omosessualità e soprattutto, cosa assai più grave e imperdonabile, era estremamente lesivo nei riguardi di Linda. La ragazza sentì una grande rabbia dentro, avevano offeso lei ma ciò che più la faceva arrabbiare era che avevano offeso Linda. Non ci penso due volte, andò diritta dal ragazzo che riteneva fosse stato il responsabile del riprovevole atto e gli assestò un sonoro ceffone. " Ma che fai? Sei impazzita?" Silvia lo guardò diritto negli occhi "Hai offeso me è Linda, non dovevi permetterti di farlo" lui replicò " Ti giuro..non sono stato io.. chiedi a Francesco se sa qualcosa... io non c'entro nulla con questa storia!" Silvia voleva sapere. "E' vero che sei stato tu? " " Si, l'ho scritta io quella frase.." Silvia era sempre più fuori di se. " E ti sentì più uomo ora..ora che hai scritto queste cose? Senti di aver fatto una cosa corretta ad aver offeso me e la mia fidanzata? Oppure ti senti troppo solo perché non sai cosa significhi amare? " Francesco la guardò, ora col capo chino e disse " Scusami..sono stato un coglione.." " Si, sei stato un coglione!" replicò Silvia e immediatamente dopo si diresse verso l'altro ragazzo che aveva ingiustamente accusato. " Devo scusarmi con te se ho creduto che fossi stato tu a scrivere quelle cose di me e Linda, ma penso che lo schiaffo te lo sia comunque meritato e questo per tutte quelle volte che ti sei comportato male con me". Il ragazzo fece un cenno di assenso col capo e poi sorrise." Silvia se vuoi la sberla puoi darla anche a me, dopotutto me la sono meritata più di ogni altra persona!". A questa frase di Francesco, che stava poco distante, con un'espressione timorosa e succube come quella di un cagnolino bastonato, la ragazza si diresse verso di lui e dopo averlo guardato con i suoi grandi occhi verdi pieni di risentimento, gli stampò con veemenza un ceffone sul viso. Si, se l 'era proprio meritato. Ma non passarono che pochi istanti. La dolcezza di Silvia prese il sopravvento, offuscando odio e rancore e abbracciò con affetto il ragazzo, ancora tremante e sbigottito. Silvia non si rendeva ancora perfettamente conto di quello che aveva fatto. Era adrenalinica, assolutamente orgogliosa di come aveva difeso lei e Linda. Corse a casa della sua innamorata appena terminate le lezioni, non vedeva l'ora di raccontarle tutto. Linda restava ad ascoltarla incantata e fiera, non poteva crederci, Silvia aveva difeso il suo Amore come non aveva mai fatto. Le ragazze passarono tutto il pomeriggio a parlare di quel giorno, tra lacrime di gioia, emozioni palpitanti, risate e teneri abbracci. Fu una grande lezione per tutti, perché non ci può essere offesa davanti ad un Amore, perché l'Amore è disarmante e viverlo, è vita, per chiunque abbia la fortuna di incontrarlo. |
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