Maria Isabel era una splendida ventenne quando fu costretta ad abbandonare la Colombia perché il suo compagno Juan Carlos, piccolo spacciatore di droga, venne catturato dalla polizia colombiana e svelò, sotto tortura, i nomi dei suoi rifornitori e, soprattutto, quello del narcotrafficante che gestiva la droga della capitale. La Mafia Colombiana di Bogotà giurò di vendicarsi della delazione, che permise alla polizia anti- droga di catturare il noto trafficante e d’ eseguire una decina di arresti eccellenti, inoltre, uccise per rappresaglia, nel giro di una settimana, prima il fratello e poi il cognato del collaboratore di giustizia.
Maria Isabel dovette cambiare identità ed espatriare in Italia sotto falso nome. Scelse il Bel Paese perché aveva studiato la lingua italiana al liceo, prima di rimanere incinta e di lasciare la scuola per dedicarsi interamente a suo figlio Alejandro.
Affidò il bambino di qualche anno a dei lontani parenti che abitavano a Medellí n, racimolò una somma di denaro dai genitori, che vendettero un appezzamento di terra in fretta e furia, e dopo avere ottenuto un visto per turismo, pagandolo col danaro che le era rimasto, prese l’ aereo con la consapevolezza che difficilmente sarebbe ritornata a casa.
L’ impatto emotivo, che Maria Isabel ebbe appena sbarcò a Malpensa, fu così traumatizzante che le rimase in mente per molti anni. Ebbe la fastidiosa sensazione di essere sbarcata sulla luna perché la città di Milano sembrava avvolta in un’ impetrabile coltre di nebbia gelatinosa.
Trovò una piccola pensione di periferia e, dopo aver contattato alcuni connazionali che le erano stati segnalati dalla madre, cominciò a fare i mestieri più svariati per sbarcare il lunario: fece la lavapiatti in un fast- food, la cameriera in una nota catena di alberghi e la traduttrice per un’ agenzia di viaggi, fino al giorno in cui incontrò per caso Luigi, l’ uomo che s’ invaghì di lei e cambiò fatalmente il corso della sua vita.
“Signorina, lei è seduta su una miniera d’ oro !”, le disse Luigi in un italiano con una spiccata cadenza dialettale.
Maria Isabel non capì immediatamente la battuta dell’ uomo, ma la intuì istintivamente notando l’ interesse morboso che l’ uomo rivolgeva al suo fondoschiena. Quel giorno, indossava un paio di jeans attillati e una camicetta leggera che mettevano in risalto il suo fisico straordinariamente avvenente.
Di primo acchito, la colombiana non diede confidenza all’ uomo, che lei reputava volgare, arrogante e presuntuoso, ma dopo qualche settimana di corteggiamento, scoprì che dietro quella corazza di superuomo, si nascondeva un uomo insicuro, coccolone e sostanzialmente infelice.
Luigi era un facoltoso imprenditore di successo, sposato con una donna di cui non parlava mai ed era alla ricerca dell’anima gemella.
“Ricordati, Maria Isabel che, quando un uomo trova la sua anima gemella non la divide con nessuno!”, continuava a ripeterle l’ uomo, con impeto.
Ma la ragazza, riusciva a inviare mensilmente al figlio Alejandro del denaro e questo per lei era la cosa più importante ed accettava passivamente le gelosie dell'uomo.
Ma dopo qualche mese, Luigi la costrinse letteralmente a lasciare il lavoro e prese in affitto un appartamento esclusivo al centro della città.
La riempiva di regali costosi, gioielli, biancheria intima di seta e abiti lussuosi. Le intestò addirittura un conto corrente bancario, dove confluivano gli introiti illegali della sua ditta.
Con il passar del tempo, la gelosia di Luigi diventò asfissiante a tal punto che si presentava nel loro “nido d’ amore”, anche nel cuore della notte e, spesso, imbottito di alcool e cocaina, senza preavviso, perché sospettava che Maria Isabel avesse un amante segreto.
In realtà, Maria Isabel era fedele per natura e non l’ avrebbe tradito per nessun motivo. Almeno, era questo che pensava fino al giorno in cui l’ uomo si presentò a lei in uno stato pietoso.
“Sono rovinato! Aiutami tu, Maria Isabel !”, le disse singhiozzando Luigi.
Le spiegò che, dopo la crisi economica che stava perseverando in Italia e nel mondo intero, la sua ditta era entrata in una crisi irreversibile e le confessò che era caduto, suo malgrado, nelle mani di usurai senza scrupoli.
“Non ti devi preoccupare Luigi, perché hai ancora 120. 000 euro sul conto corrente intestato a me!”
Luigi abbassò timidamente gli occhi e Maria Isabel capì che aveva dissipato anche quel denaro sottratto all’ attenzione del fisco. La donna colombiana gli disse che lei sarebbe potuto tornare a lavorare e aiutarlo economicamente.
“Ci sarebbe una soluzione, Maria Isabel, con il fisico che il buon dio ti ha messo a disposizione, ci sarebbero uomini disposti a elargire somme ingenti pur di passare una notte con te!”, le disse con un tono di voce subdolo.
In pratica, Luigi le propose di sfruttare la miniera d’ oro di cui lui, nelle sue fantasiose farneticazioni amorose, era fruitore e padrone assoluto.
Maria Isabel gli chiese di lasciarla da sola perché voleva riflettere sulla sua proposta.
La donna colombiana passò in banca, dove aveva depositato i suoi risparmi, guadagnati onestamente prima di conoscere Luigi, preparò frettolosamente le valigie, prese il primo autobus che portava alla stazione ferroviaria e scomparve per sempre da Milano.
Un mese dopo la partenza di Maria Isabel, Luigi fu arrestato per bancarotta fraudolente e tradotto nel carcere di San Vittore, dove si tolse la vita proprio nel giorno di natale.