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Al Pacino mi ha commosso molto ad "Amici": ospite straordinario in veste di giurato nel programma televisivo di Maria De Filippi. Mi ha commosso quando ha dichiarato di avere svolto molti lavori umili prima di essere diventato quel che è oggi.
Un Grande Esempio di Maturità Umana. Io credo che i giovani più che di sermoni abbiano bisogno di esempi di vita.
Per associazione di idee, a ritroso nel tempo, mi sono rivista bambina. Non mi mancava nulla. Non avevo bisogno di lavorare a tredici anni; ma un giorno mi fu chiesto, da genitori che avevano emigrato in Germania per un certo periodo di anni, se potevo preparare, da esterna, la loro bambina agli esami di prima elementare. Accolsi con elettrizzante gioia ma anche con una certa incredulità la loro richiesta, poiché io stessa ero una bambina che aveva appena conseguito il diploma di scuola media e che, a un tratto, avrebbe dovuto improvvisarsi maestra. Roba da non crederci! I miei genitori furono consenzienti perché, comunque, non mi sarei dovuta spostare da casa. Di buon grado, lasciarono che giocassi a far la "maestrina", come un'esperienza formativa atta a favorire e sviluppare il senso della responsabilità. Ovviamente, a puro titolo di cortesia nei confronti di quei nostri conoscenti. Cortesia che mi valse un inaspettato dono. Ricordo il giorno in cui, dopo l'esame della piccola andato a buon fine, mi ritrovai a rigirare fra le mani quella banconota da cinquemilalire (un piccolo dono, che, all'epoca, non era stato poi così piccolo, cosiderata la mia età e la mia inesperienza professionale). Ricordo la mia eccitazione fanciullesca... Quel denaro aveva costituito per me il merito di una mia prestazione lavorativa. Lo considerai il mio primo guadagno! Più avanti, iniziò a crescere dentro di me il bisogno e la voglia di ripetere quella meravigliosa esperienza. Volevo risentire l'esaltante sensazione di rendermi indipendente per le mie piccole cose. Così, a quindici anni, colsi l'opportunità di far da beby sitter alle figlie di una mia professoressa delle superiori. Del resto, in quella casa stavo benissimo. Ero trattata un pò come la sorella maggiore di due deliziose bimbe, rispettivamente di tre e quattro anni. Il gioco avventuroso continuò fino ai miei esami di maturità. Al mattino mi alzavo presto col l'esuberanza dei miei anni giovanili e il pensiero smanioso di spulciare il mercatino degli annunci di lavoro. La fortuna mi arrideva sempre! Quante ragazze, al mio posto, si sarebbero beate ad oziare durante il periodo estivo sotto gli ombrelloni del nostro stupefacente mare siciliano! -Oggi mi chiedo-. Io, invece, nel periodo estivo, risalente al quarto anno delle superiori, cosa trovai di così tanto esaltante di cui bearmi? Fare la commessa ai grandi magazzini! Quì, ci metterei la faccina col sorriso di facebook... O forse sarebbe più adeguata una di quelle faccine che ruotano e sgranano gli occhi... Come dire: roba da matti! Invece, ricordo che il sorriso divertito del Direttore della U.P.M. quando mi presentai nel suo ufficio per la mia inconsueta richiesta di lavoro ( dal momento che avrei potuto prestarlo solo nel periodo estivo poiché a settembre dovevo far ritorno fra i banchi di scuola), gli dipinse, al contempo, sul viso una solare espressione di apprezzamento. Mi fu assegnato il reparto costumi. Praticamente, data la stagione, il più confusionario ed affolato dell'anno! Meno male che i preziosi suggerimenti della ragazza del reparto accanto al mio (commessa di professione) m'incoraggiarono a resistere...L'occupazione estiva che ricordo fra le più gradevoli e riposanti fu quella d'ufficio presso una piscina privata. Dove vi si poteva assaporare anche dell'ottima musica in stereofonia. Il lavoro più duro, ed anche l'ultimo che volli sperimentare prima della mia iscrizione alla facoltà di Lettere e Filosofia, fu il volantinaggio. Che toccò punte considerevolmente faticose, in trasferta di lavoro, a Catanzaro. Eravamo un gruppo di ragazze e una donna matura che ci faceva anche un po' da madre: sveglia alle quattro del mattino, freddo pungente, nevischio e, alcune volte, anche la prospettiva di confonderci nello scenario imbiancato della neve... borsone pesantissimo a tracolla sulle spalle, gessetto in mano per segnare le vie e i vicoli già percorsi. Fu allora che gustai il sapore del caffé. Prima d'allora, ero stata abituata al sapore mattutino del latte con biscotti e marmellata. Il caffé lo preparava sul fornellino elettrico la signora matura per farci svegliare. Quindi, rapida corsa in bagno, e poi fuori, in macchina col nostro capo gruppo che ci conduceva sulle zone da percorrere. Alle ore 17. 00: ritrovo nel posto convenuto per il rientro in albergo. Con gli straordinari: alle ore 19. 00. La retribuzione, già ottima, in ques'ultimo caso, raddoppiava. I primi giorni erano dolori atroci alle gambe per il lungo camminare e per quel salire e scendere i piani dei palazzi dove si dovevano distribuire i volantini pubblicitari. A fine giornata mancava perfino la forza di respirare... Non so come facessero alcune delle ragazze, compresa la signora matura, a cenare di buon appetito. Io cercavo di mandar giù qualcosa, giusto per la sopravvivenza, e poi sprofondavo in un sonno che somigliava molto di più al coma profondo... Un giorno mi colse di sorpresa un acuto scoramento... Soffrivo del ciclo mestruale molto doloroso, e quel pomeriggio mi sedetti, particolarmente dolorante, sui gradini del palazzo dove avevo appena ultimato la distribuzione dei volantini. D'un tratto, scoppiai in un pianto dirotto... Fu così che mi trovò il capo gruppo, il quale cercò di spronarmi a continuare fino all'ora stabilita di chiusura, mentre io, in un moto di risolutezza che pensavo di non trovare, dissi chiaro e tondo che per quel giorno il mio lavoro finiva lì. Dissi anche che nei giorni successivi, poiché gli straordinari non erano obbligatori, me ne sarei astenuta. E così feci. La mia decisione fu accolta rispettosamente. In caso contrario, avrei fatto la valigia e sarei tornata a casa, con le conseguenti "grane" che sarebbero derivate al capo gruppo per le responsabilità assunte pertinenti l'incarico del viaggio in trasferta di lavoro. Per la prima volta nella mia vita, mai come allora, sentii il bisogno del calore di mia madre. Tuttavia, riuscii ancora una volta a gioire di quella sfida ch'è chiamata vita. Anche quando, qualche volta, può farci scontrare con i nostri limiti. Come quando si desidera scalare montagne sempre più alte e ardue... Avevo diciannove anni. L'anno successivo, quando giunse la mia prima nomina all'insegnamento, dopo essermi data da fare per il disbrigo di tutti i documenti richiesti, tramite il giornale "La Tecnica Della Scuola", Esultai incredula! Oggi dico: Sì! Me la sono proprio Meritata! Benché il Ministero dell'insegnamento sia da considerarsi fra i più onerosi e responsabili. Oltre tutto, all'epoca, comportava anche una lunga "gavetta" prima di raggiungere il traguardo della sede scolastica nel luogo di residenza. Ecco, ora giunge, improvvisa, una riflessione del momento: il mio desiderio d'indipendenza economica non derivò mai dal pensiero previdente che il matrimonio, per una ragazza, non garantisce la sicurezza di adagiarsi sul mantenimento del coniuge. Perché nella vita non si sa mai come possono andare le cose. No, non agii mai in virtù di quelle sagge, previdenti riflessioni. Difficilmente nei giovani si riscontra questo tipo di saggezza. Ed io non ero l'eccezione. A muovere i miei passi erano solo le mie emozioni: quel che sentivo di voler fare, quel che sentivo di essere dal più profondo della mia indole. Non saprei dire il motivo che mi spingeva alla scelta di sfide difficili. Ora capisco anche il perché delle mie non scelte -quando, più avanti, mi si presentarono le non poche opportunità di una vita agiata, se solo avessi accettato di sposare i pretendenti che potevano ampiamente consentirmela-. Le scartai tutte. Senza remore. Preferendo allinearmi ad una vita di decorosa modestia. Le controversie che poi possano rendere ancora più difficile il percorso di questa scelta, ritengo non siano mai imputabili al tipo di scelta in sé.
Non ho oscar da esibire. Solo una piccola medaglia scritta con la stima e l'affetto dei miei colleghi. La custodirò sempre nel cuore... Una piccola, inattesa medaglia che mi ha fatto versare lacrime d'inesprimibili Emozioni... Di cui il mio umile Grazie, anche in questa sede. Oggi sento di dire ai giovani che ogni esperienza lavorativa è formativa. Rafforza il corpo e lo spirito. Non abbiate paura! Svegliatevi ogni mattina di buon ora, col sorriso gioioso negli occhi e nel cuore... Non aspettate di realizzare subito il sogno del vostro lavoro preferito, o più consono al corso di studi che avete conseguito. Iniziate a fare prima qualunque cosa, purché sia pulita e onesta.
E il vostro sogno ambìto, prima o poi... s'avvererà...
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«Una piccola medaglia che, unitamente alle affettuose testimonianze dei miei alunni e dei loro genitori, dei Presidi con i quali ho collaborato nelle funzioni connesse e affiancate a quelle redazionali e dirigenziali, riassume il Senso più Autentico e Profondo di cui è stata contrassegnata la mia vita professionale.
"Camuriusa":è un termine dialettale siciliano. In questo caso è ovvio il riferimento al significante; cioé: detto di persona con un alto senso della responsabilità. Che dà ed esige dagli altri, nel massimo grado delle proprie possibilità.» |
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Se tu mi dimentichi Autori Vari
Le poesie che hanno partecipato al Premio di Poesia Scrivere 2011, con tutte le opere partecipanti ed i vincitori
Pagine: 208 - € 11 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686214
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Cristalli nel vento Autrici del sito Scrivere
Una raccolta di poesie è talvolta cosa stucchevole se non sorretta da un’idea che dia coerenza a un “canovaccio”, una sorta di filo di Arianna che conduca il lettore alla scoperta di un significato d’assieme. In verità un’idea in questa pubblicazione c’è ed è “forte”: sedici poetesse, dotate di spiccato lirismo e felicemente ispirate, cantano la vita attraverso le sfaccettature di uno smeriglio di cristallo. Cristalli nel vento, è l’opportuno titolo dell’opera, e son davvero puri petali di cristallo queste liriche, petali da strappare uno per uno.
Pagine: 182 - € 10.00 Anno: 2010 - ISBN: 978-88-95160-26-9
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Foto di gruppo con poesia Autori Vari
Un ritratto degli autori del sito attraverso le loro poesie
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San Valentino 2010 Autori Vari
Poesie d'amore per San Valentino
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Addio Alda Autori Vari
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