Ritornare a casa.
Pochi chilometri in auto che sembravano non finire mai.
Tornare da Alex.
Aver visto Tom dopo tutto quel tempo sembrava aver dato un significato univoco al passato.
Tom era esistito.
Era stato un sollievo.
Si, un sollievo dalla rinnegazione che si era imposta.
Non l'aveva amata, lei l'aveva capito sin dal momento in cui si era allontanata dalla sua casa, tre anni prima.
Tre anni prima Linda aveva bisogno di un'illusione.
La solitudine invocava la falsa speranza nell'uomo che le aveva donato l'intensità della passione da lei latitante .
Il significato del suo fervido desiderio era sicuramente il suo essersi innamorata.
Si era innamorata di Tom, mentre lui forse si era semplicemente servito di lei, lasciandola in balia della paura di abbandonarsi tra le braccia di qualcuno.
Forse le aveva mentito, in quel modo di autocommiserarsi, colpendo il suo cuore che della sofferenza si vergognava.
E forse lei, era stata una delle tante ragazze, transitate nell'appartamento dove Tom, sembrava condurre una non brillante vita di studente.
Era stato tutto così vero quel giorno.
I morbidi capelli castani di Tom, che si muovevano leggeri nella brezza pomeridiana e nei quali Linda aveva affondato le sue dita fragili, mentre lui la stringeva infilando le proprie mani sotto i suoi abiti, baciandone le labbra con una forza che sembrava toglierle la possibilità di respirare.
Adesso c'era Alex e Linda sentiva il bisogno delle sue attenzioni.
Aveva iniziato a dirgli - Ti amo. -
Due parole sin allora risparmiate, sapendo di non dire la verità.
Alex si era dichiarato nell'amore verso Linda, accettando il limite imposto da lei che viveva il proprio come un destino tracciato. Dopo anni nei quali Linda sembrava impenetrabile, sentirsi dire - Ti amo - in maniera spontanea aveva reso Alex felice. E lei l'aveva capito.
Per mesi, avevano goduto della stabilità arrivata in silenzio, come un sole mattutino.
Linda non parlava mai con alcuno del rapporto con Alex. Le sue amicizie non erano così profonde da consentirlo e temeva che si pensasse alla loro, come un'unione di comodo.
Giungeva finalmente al loro appartamento.
Una casa piccola e confortevole.
Alex sarebbe tornato la sera.
Decise di chiamarlo e la voce di lui rispondeva sopresa
- Linda! Cosa c'è?-
- Volevo sentirti.-
- Ti aspetto – promise ancora con voce sommessa dal desiderio.
Chiusa la telefonata le tornò in mente la visione di Tom.
Pensò a come avrebbe potuto essere l'incontro desiderato anni addietro ed a quello che poteva essere il punto di vista di Tom, nell'essere lasciato solo in quella libreria.
Le veniva in mente che tra poche ore avrebbe abbracciato Alex, sarebbero stati insieme ed avrebbero vissuto ciò che gli anni avevano loro inspiegabilmente precluso.
Pensò che lei ed Alex avrebbero parlato del loro cambiamento, ma non subito si disse. Non le importava di chiedersi per quale motivo tante cose erano state sciupate da una barriera invisibile.
Fu durante quell'immersione mentale che, Linda sentì suonare il cellulare.
Era Tom che la cercava.
Nel rispondere pensò che avrebbe evitato di articolare motivi incredibilmente gravi per non doverlo rivedere.
- Ciao Linda! -
- Ciao Tom! -
- Speravo di poterti salutare questa mattina. -
- Mi dispiace Tom, stavo andando via. -
- Ho saputo del matrimono. Congratulazioni. -
- Grazie. -
Le raccontò di se, gli studi abbandonati, un lavoro apparentemente stabile ed ancora tanta solitudine.
Linda non sapeva cosa dire.
Trovava sciocco in Tom, quel volerle parlare senza porsi il problema di come lei poteva avere vissuto in quegli anni e nello stesso tempo si sentiva in bilico, tra un lato e l'altro di una corda sulla quale stava camminando sopra il vuoto, nel quale da un istante all'altro, poteva scivolare .
- Potrò rivederti? - Chiese lui.
Linda non aveva il coraggio di dire di no.
- Linda? - insistette lui impaziente.
- Non mi sembra opportuno - lei disse alla fine.
- Linda, mi dispiace per ciò che ho fatto. Vorrei poter recuperare. Vorrei parlarne con molta calma. -
Improvvisamente le sembrava tutto così vago.
Voleva Alex e temeva la fine della remota possibilità di rivedere quell'uomo.
- In fondo, lui fa parte della mia fantasia e rimarrà comunque fantasia. - Pensò lei.
- Tom, non dobbiamo recuperare proprio nulla. Tanti auguri per la tua vita Tom. Davvero! -
Così finì quella telefonata.
La giornata di Linda si era conclusa e nella mente di lei non v'era altro spazio.
Rimase seduta alla poltrona, in silenzio.
Si sentiva svuotata, come se un vento forte avesse soffiato via il suo sogno.
Alex stava per tornare ed improvvisamente la magia era scomparsa.
Per quanto fasulla, ora quella parte di lei, non c'era più. Non c'era più la possibilità di attendre quel ragazzo incredibilmente bello, incredibilmente indimenticabile. Proprio quando la sua vita sembrava ad una svolta con Alex, Tom si imponeva violentemente anche di fronte alla palese evanescenza di quel rapporto.
Chiuse gli occhi con la testa poggiata allo schienale, mentre la luce era calata dopo il tramonto e lei non se ne era neppure accorta.
Un nodo alla gola premeva con lacrime che rifiutavano di bagnarle il volto, mentre stringeva il cellulare tra le mani.