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La scelta al bivio

Fantasy

Certo scegliere non è facile e nemmeno semplice. In particolar modo quando ti trovi a un bivio, senza segnali o indicazioni da seguire. Questo, avvertiva Eleonora quando si trovava nel mezzo della sua anima, tra il lago dell’individualità e quello della paura non reale, ma molto intima e profonda; quella che vestiva Eleonora dell’angoscia dell’essere divorata dagli affetti più cari. Insomma, di essere un bel boccone per le fauci del principe azzurro, che si trasformava, nella sua fantasia, in un orco cattivo e pericoloso. Viveva in quest’altalenante anima e non si accorgeva di quanto la stessa, sdoppiandosi per la tanta paura, la rendeva fuggiasca da se stessa. Ad ogni bivio tentennava nella scelta del divenire, preferiva sempre fermarsi e tornare indietro. Indietro, al punto d’inizio del percorso, dove iniziava la strada principale del prima, tra vecchie case diroccate e verdi prati. Certo, che nelle Piazze si trovava sempre a proprio agio Eleonora. Aveva bisogno di spazio e di respiro, ma soprattutto aveva bisogno di tenere sotto controllo il tutto, scrutando ogni via di fuga nel caso il sentimento angoscioso di scelta si presentasse. Era una donna nel pieno della sua maturità, aveva sempre vissuto avendo solo fiducia in se stessa, senza mai provare il gusto della richiesta affettiva, richiesta che è la base e il collante del rapporto tra individui. Regina nella Sua torre d'avorio, unico albero d’ulivo in mezzo al deserto, così si era sempre avvertita. Sì, si era protetta nel guscio della sua intimità sfidando il bisogno dell’amore. Lo viveva a tratti il bel sentimento, lo viveva con entusiasmo e passione a ogni inizio, ma quando nella sua anima scoccava il tempo della mezzanotte, come Cenerentola scappava, perché si sentiva derubata del Suo guscio di noce, svestita della buccia del frutto proibito:“Amore”. Nuda si avvertiva nel sentimento, svestita e senza vie di fuga, in un aut- aut di scelta, di quella scelta che ogni uomo deve compiere per dirsi gridando:“Esisto e amo con tutta me stessa a ogni costo l’altro che non sono io”. Ecco quello che le accadeva ad ogni bivio o passaggio a livello, non aveva il coraggio di lasciarsi indietro il travaglio del passato, il nido di protezione e la sua storia umana. L’uomo è tale quando sceglie, non lo è quando tentenna di fronte ad ogni bivio che conduce a nuove strade e a nuovi modi di essere. Eleonora era una donna saggia e tutto questo lo sapeva bene, era dolce e profonda, aveva delle grosse capacità intuitive, solo che non si lasciava andare nella scelta ultima, insomma si preservava sempre al finale. Scappava al solo pensarci, non riusciva a essere tutta se stessa in un unico modo. Porsi al mondo come si è non è facile, è difficile per tutti e non solo per Eleonora, la storia della vita, delle nostre, ci forgia come un metallo, a noi poi tocca eliminare la ruggine del tempo passato. Un giorno di un qualsiasi tempo interiore quando le lancette di alcun orologio sarebbero state ferme sul non tempo, sicuramente Eleonora, accorgendosi del tutto che passava, si sarebbe bagnata nel lago degli affetti con coraggio, aprendo il suo cuore all’unico sentimento di grazia totale:“l’interezza dell’essere cosciente di ogni scelta“. Nel frattempo si avvicinava sempre di più al bivio che conduce alla strada dei se stessi al mondo. Senza costume e senza maschera. Percorreva strade e stradine, avanzava dentro se stessa, tra prati oscuri e senza alberi, l’angoscia di tanto in tanto la afferrava nella morsa, ma lei proseguiva tra maree paurose di sogni che la conducevano sulle tracce di una prigionia passata, dove il sole mai era apparso nella sua storia individuale.

Lottava tra flutti di sentimenti che la allontanavano dal porto del sé. Naufraga, restava sempre a galla pronta con le braccia a nuotare verso qualcosa che era proprio della sua natura lamore agognato e sognato. Un giorno o l’altro, sicuramente Eleonora l’avrebbe fatta la scelta di essere intera a ogni bivio di tempo affettivo.

Quando la fiaccola dell’amore

viene soffiata dal tempo che consuma la legna

e dal pulsare dei battiti del cuore

che lentamente consumano l’ardere della vita.

Quando il cero,

sull’altare maggiore raggiunge

l’ultimo millimetro di cera

che benda il corpo della stessa

dall’ultimo sibilo del vento,

chiudo gli occhi e prego.

Prego, al risparmio della sofferenza di ogni cosa esistente.

Sentimento o cera.

Anche prego

al risparmio dell’ultima flebile fiammella

che resta aggrappata all’ultimo respiro

e chiede clemenza al vento.


Pasqui 06/11/2012 21:03 962

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.


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