La vita Giovanni è fatta di tanti perché ai quali non sappiamo fornire risposta adeguata. “ Sono i migliori che se ne vanno” - “ Dio chiama a sé gli eletti affinché godano al più presto della sua luce” -
“I disegni di Dio sono imperscrutabili” – Quanto ti accontentano queste frasi fatte, questi luoghi comuni che sono mormorati ogniqualvolta si verifica la morte prematura di una persona cara? Poco o nulla forse.
In questi casi vorrei tanto essere credente e confortato dalla fede, ma questo non mi riesce. Eppure la mia ricerca è continua, senza sosta, per cercare un senso, uno scopo, ma più cerco di capirne il nesso, più i contorni mi sfuggono, così nel tempo la mia concezione, via, via, s’è fatta sempre più panteista. Ovvero una forma di pensiero che ritiene l’universo non cosciente e non senziente. Questa concezione vede la Natura come quello che le religioni chiamano Dio. Natura e Dio sono sinonimi. Dalla Natura (da Dio) veniamo, alla Natura (a Dio) ritorniamo, in forma e sostanza che muta come il mutar del tempo, delle stagioni, delle ere geologiche. Non c’è un disegno; non c’è bontà o cattiveria in natura, c’è solo istinto di conservazione che si manifesta con la perenne lotta per la sopravvivenza e continuità della specie. L’ intelligenza è una qualità dell’ esistenza non solo umana.
Ogni giorno è sempre più dimostrato che, sia il mondo animale, sia quello vegetale non ne sono sprovvisti, anche se in forma primitiva. Le più recenti ricerche dimostrerebbero che c’è consapevolezza d’essere fra gli animali più evoluti. Ma l’intelligenza nell’ uomo si è evoluta più precocemente ed è stata capace di crearsi dei demoni, a maggior sostegno dell’ autoconservazione della propria specie. La resurrezione, dunque, non rappresenterebbe che il desiderio di riacquistare forma e sostanza, perché l’ uomo non accetta di ritornare all’ universo da cui proviene, senza sapere che fine farà la sua forma fisica, mentre sarà solo il caso, quindi la natura a “decidere” cosa sarà della sua polvere.
Il mio scopo, tuttavia, non è quello di convincerti caro Giovanni ma quello di comunicarti il mio pensiero in merito all’ immatura scomparsa di Gloria. Ne sono addolorato quanto te, perché l’amavo, ma non mi chiedo PERCHE’. Tu continuerai a cercare risposte nella tua fede, io nella mia ragione.
Un forte abbraccio!