Riccardo amava molto la Francia e scelse deliberatamente di passare forse il più caldo mese d’ agosto del secolo in una grande città del Midi de la France perché, a quell’ epoca, frequentava il D. A.M. S. a Bologna e studiava la storia del cinema e, in modo particolare, i cortometraggi dei fratelli Lumière.
Abitava in un ostello del centro e, quando non era impegnato con i corsi intensivi di francese, passava la maggior parte del suo tempo libero a girovagare per la città.
Faceva molto caldo quel pomeriggio e Riccardo era seduto davanti al café de la Gare a bere un panaché ghiacciato quando un’ insegna luminosa attirò la sua attenzione: “Au plaisir des yeux”.
Spinto dalla curiosità morbosa che caratterizza il carattere dei ventenni, Riccardo prima passò ripetutamente davanti al locale hard per studiare la situazione, poi, resosi conto che non si trattasse della classica casa di tolleranza, si fece coraggio ed entrò nel Peep show.
La scena che si presentò davanti ai suoi occhi era coinvolgente. Le luci soffuse del Peep show regalavano all’ ambiente circostante un’ atmosfera soffice e vellutata, come la pelle della ragazza meticcia ritratta su un enorme manifesto, che stava seduta su uno sgabello altissimo mostrando le sue gambe accavallate tornite e slanciate.
In sottofondo si sentivano le note della nota canzone “Je t’ aime moi non plus”, cantata da Jane Birkin.
Il giovane si avvicinò a un uomo stempiato, seduto dietro ad un bancone, che guardava attentamente dei monitor e lo salutò, scuotendo timidamente la testa.
L’ uomo lo guardò dritto negli occhi e gli spiegò senza tergiversare che c’ erano delle cabine individuali da dove avrebbe potuto osservare, nascosto dietro un vetro, senza essere visto a sua volta, una ragazza che si esibiva dal vivo in uno spettacolo prettamente erotico. Qualora l’ intrattenimento fosse stato di suo gradimento, il cliente avrebbe potuto contattare direttamente l’ artista e appartarsi, pagando la modica somma di 200 franchi francesi, dietro ad un piccolo paravento che isola ogni coppia di poltroncine con tavolino, per approfondire la conoscenza personale della spogliarellista.
“Va adesso, c’è Michelle che si esibisce! È la più bella ragazza del locale!”, gli disse l’ uomo con un tono di voce deciso.
Riccardo si avvicinò alla cabina individuale e inserì una moneta da 5 franchi nell’ apposita fessura. Una tendina si alzò come per magia e comparve Michelle: una ragazza bionda molto attraente, alta e snella che, avvertita da un segnale luminoso, cominciò a spogliarsi lentamente e con studiata destrezza.
L’ unico particolare che il gestore del locale aveva intenzionalmente omesso a Riccardo era che la spogliarellista indossasse una maschera del Teatro No giapponese bianca che le nascondeva completamente il viso.
Lo spettacolo durò ancora qualche minuto e Riccardo, dopo aver inserito altre monete da 5 franchi nell’ apposita fessura, si gustò lo spogliarello fino alla fine.
La maschera del Teatro No giapponese indossata da Michelle gli regalò un pizzico di mistero che rendeva lo show ancora più intrigante e imperscrutabile.
Prima che la tendina calasse per l’ ultima volta, Riccardo notò che Michelle aveva un tatuaggio raffigurante una lucertola stilizzata vicino all’ ombelico.
Lo studente universitario uscì dalla cabina senza neanche salutare il gestore del locale perché lo spettacolo lo aveva profondamente turbato e giurò a se stesso che non ci sarebbe mai più tornato.
Riccardo tornò alla sua vita quotidiana fino al giorno in cui incontrò per caso una studentessa olandese di nome Georgette che abitava nel suo stesso ostello e con la quale parlava volentieri di cinema.
Era come se si conoscessero da sempre. A volte, pensavano le stesse cose e le parole si sovrapponevano soprattutto quando parlavano della Settima Arte, tanto che diventarono buoni amici.
Una sera, mentre stavano mangiando una pizza insieme, Georgette gli confidò che i suoi genitori si erano separati da poco per cui era stata costretta a trovarsi un’ attività per pagarsi il soggiorno all’ estero.
“Che lavoro fai per mantenerti agli studi?”, gli chiese Riccardo.
“J’ ai eu de la chance, j’ ai répondu à une annonce et j’ ai trouvé un job où je travaille à mi- temps !” 1, gli rispose la ragazza olandese in un francese perfetto.
La sera prima che Riccardo ritornasse in Italia, Georgette gli propose d’ andare al cinema a vedere “Paris Texas”, un film di Wim Wenders che ebbe un successo internazionale strepitoso.
La visione del film, che racconta la vita sentimentale di una donna che si esibisce in un peep- show, parve a Riccardo una coincidenza fortuita e non diede molto peso alla trama del lungometraggio perché passò la notte nella camera di Georgette, dove fecero all’ amore per tutta la notte.
Quando un raggio di sole filtrò improvvisamente, attraverso i vetri della finestra socchiusa della stanza da letto, e illuminò un tatuaggio raffigurante una lucertola stilizzata vicino all’ ombelico identico a quello della donna del Peep show, Riccardo capì che Georgette e Michelle erano la stessa persona.
Non fece domande, tra poco tempo le loro strade si sarebbero divise per sempre, lui sarebbe tornato in Italia alla sua solita vita, dalla ragazza con cui stava da qualche anno, sua compagna universitaria, e della sua avventura sarebbe rimasto solo il ricordo di una bellissima notte di passione...
1. Ho avuto fortuna, ho risposto a un annuncio e ho trovato un lavoro part time!