Giacomo era passato varie volte nel paesello vicino a Charleroi, in Belgio, dove viveva ancora la sua maestra di scuola, ma non si era mai fermato per salutarla perché temeva che l’ incontro l’ avrebbe potuto turbare.
Anni prima le aveva spedito per posta il suo primo romanzo “L’ attesa primavera”, ma aveva inconsciamente deciso di rinviare sine die il tanto agognato appuntamento con la maî tresse 1 che aveva turbato la sua infanzia. Di lei ricordava soprattutto la sua cattiveria e il suo anti italianismo che sfociava in una vera e propria avversione nei confronti dei membri della sua famiglia.
Quando la maestra seppe che il padre di Giacomo era stato un partigiano combattente della Resistenza italiana, la sua perfidia aumentò al punto che si accaniva selvaggiamente su di lui, schiacciandogli con forza la sua penna sulla testa e tirandogli bacchettate sulle dita.
A scuola, dove esistevano le pluriclassi, i posti assegnati agli alunni erano legati alla loro provenienza geografica. Nella prima fila sedevano i belgi, nella seconda fila gli spagnoli, nella terza fila gli italiani, nella quarta fila i portoghesi e nella quinta e ultima fila i maghrebini.
L’ episodio più eclatante che rimase impresso nella sua mente per tutta la vita fu che la maestra, sospettando a torto che egli avesse rubato dei soldi a un suo compagno di classe, “parce que les Italiens sont tous des voleurs” 3, gli fece affiggere sulla schiena un cartello sul quale c’ era scritto: «Je suis un voleur!» 2. Giacomo raccontò la triste storia alla mamma e vide, per la prima volta della sua vita brillare una lacrima nei suoi occhi color prato.
Fu durante le vacanze natalizie dello scorso anno, approfittando del fatto che era stato invitato dal nipote in Vallonia che Giacomo decise di andarla a trovare per regalarle il suo secondo romanzo “Fiore di prato”.
La sua fu una scelta sofferta perché tutti i componenti della famiglia che erano stati interpellati, durante la notte di Natale, in una specie di seduta di psicoterapia di gruppo, gli avevano vivamente sconsigliato di rivederla perché: “il passato è una terra straniera”.
Giacomo arrivò molto presto la mattina al paese, dove era andato a scuola da bambino, e non dovette fare molta fatica per ritrovare l’ officina dove il genero della famigerata maestra faceva l’ elettrauto.
L’ uomo in tuta, di nome Georges, stava aggiustando un’ auto in panne e, resosi conto della presenza del vacancier 4, si avvicinò alla porta dell’ officina e gli disse sommessamente che la maestra lo stava aspettando.
Giacomo rimase sorpreso dall’ affermazione di Georges perché nessuno sapeva, fino a quel momento, che avrebbe preso il coraggio su due mani e si sarebbe recato in Vallonia.
Sul momento non diede molto peso alle sue parole ma, appena incontrò la maestra, ne comprese il significato.
Giacomo la ricordava che aveva appena quarant’ anni: indossava sempre vestiti scuri, scarpe con i tacchi bassi e portava perennemente un paio di occhiali spessi che le deformavano orribilmente gli occhi e le davano un'aria da ufficiale della Gestapo.
Ma quando la rivide, si trovò davanti ad una larva di donna, vecchia e senza denti. Zoppicava vistosamente perché era caduta e si era rotto il femore. Si sedette a fatica su una sedia ortopedica, si pulì accuratamente le lenti, alzò gli occhi glaciali e scrutò il suo ex alunno.
“ J’ ai quatre- vingt- dix ans et j’ attendais ta visite depuis longtemps, Giacomo” 5, disse la donna senza neanche muovere le labbra.
Giacomo rimase in piedi, allibito e non parlò.
« Je me rappelle de toi. Tu étais un bon élève à l’école et je dois t’ avouer une chose que tu ne sais pas. Quand tu as gagné ta bourse d’é tude en 1968, on a calculé ton QI 6 Les résultats on été excellents et on a découvert que tu étais un élève surdoué. Tu étais toujours le premier à lever la main pour poser les questions, et le dernier à être satisfait des réponses. On a décidé de cacher le résultat parce que tu n’étais pas Belge et c’était gênant pour nous. C’était une période difficile! Tu dois comprendre notre embarras. Je voulais te le dire avant de mourir.» 7
Le parole della maestra rimbombavano come schegge impazzite nella testa di Giacomo.
« Les hommes sont tous pareils. Ils ont tous le même soleil… » 8 rispose Giacomo citando i versi della canzone « Le jour de clarté » di Graeme Allwright.
L’ anziana donna lo guardò con perfidia e gli chiese a bruciapelo:
“Giacomo, tu crois en Dieu? ” 9
Giacomo salutò con la testa la donna e uscì dalla casa della sua ex maestra con malcelato malessere.
Appena fuori, l'uomo respirò a pieni polmoni l’ aria glaciale della Vallonia e pensò che il Dio in cui credeva lui non era certamente lo stesso in cui credeva la sua insegnante elementare.
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[1] Maestra di scuola
[2] Perché gli italiani sono tutti ladri.
[3] “ Sono un ladro!”
[4] Turista.
[5] “ Ho 90 anni e aspettavo la tua visita da molto tempo, Giacomo.”
[6] Le quotient intellectuel ou QI, est le résultat d'un test psychomé trique qui, lorsqu'il est corrélé avec les autres éléments d'un examen psychologique , entend fournir une indication quantitative standardisé e lié e à l'intelligence abstraite.
[7] “ Mi ricordo di te. Eri un buon alunno a scuola e devo confessarti une cosa che tu non sai. Quando hai vinto la tua borsa di studio in 1968, abbiamo calcolato il tuo Quoziente d’ Intelligenza. I risultati sono stati eccellenti e abbiamo scoperto che tu eri un alunno superdotato. Eri sempre il primo ad alzare la mano e l’ ultimo a essere soddisfatto delle risposte. Abbiamo deciso di nascondere il risultato perché non eri Belga ed era imbarazzante per noi. Era un’ epoca difficile! Devi capire il nostro imbarazzo. Volevo dirtelo prima di morire.”
[8] Gli uomini sono tutti uguali. Hanno tutti lo stesso sole.
[9] Giulio, credi in Dio?