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Alessio camminava spedito lungo la via Nazionale. Si sentiva a disagio perché era in ritardo. Sempre preciso e puntuale odiava “ quelli che non rispettano gli orari e non si presentano puntualmente agli appuntamenti. Dicono poi che è colpa del traffico di Roma ma... bisogna sapersi organizzare”. Questa volta era capitato a lui. Alessio aveva compiuto 56 anni... Avvocato, moro, alto, la ventiquattrore con i documenti stretta in pugno, aveva appuntamento alle 9 con un avvocato di Dallas, un italo americano ed erano già le nove e 15 minuti... L'avvocato si chiamava Frank Antonacci e si doveva discutere di un affare importante, preparato da mesi. Anche se l'hotel dove si doveva incontrare con l'avvocato Antonacci era poco distante, i capannelli delle persone alle varie fermate costituivano una barriera quasi invalicabile da superare... Camminando velocemente, inciampò e urtò contro una panchina, sfiorando i piedi di un barbone che dormiva coperto da un pesante telo di plastica. Vide qualcosa muoversi, emergere lentamente... prima un ciuffo di capelli e poi un viso pallido con due occhi grigi brillanti... Mi scusi, sono inciampato – si giustificò Alessio. L'uomo sulla panchina non rispose ma si liberò completamente del telo e si mise a sedere. Con sorpresa si accorse che era una donna, una barbona ma vestita in maniera semplice, pulita e ordinata. La sola cosa curiosa che notò furono le numerose maglie che indossava una sull'altra che la facevano semprare enorme e sproporzionata. Alessio si allontanò in fretta. “ Quegli occhi- pensava – io li ho già visti”. Quando arrivò alla hall dell'hotel fu felice di constatare che gli americani non erano ancora scesi. Poteva così cancellare quel disagio per il ritardo che tanto lo imbarazzava. Sedette su una poltrona, osservando il via vai dei clienti, mentre il pensiero ritornava sempre a quegli occhi metallici che (soltanto per un attimo) lo avevano fissato. Avevano una luce strana, indimenticabile. Li aveva già visto quegli occhi... ma dove? Intuiva che da quel momento in poi per lui sarebbe stato una tortura fino a quando non si fosse ricordato dove e quando aveva visto quegli occhi grigi... Era dotato di una straordinaria memoria visiva che si trasformava in boomerang quando non riusciva a localizzare la situazione. Notte e giorno il particolare che lo aveva colpito lo tormentava e non riusciva ad avere una tregua... L'ossessione terminava quando (con enormi sforzi) riusciva ad individuare la persona o la circostanza... Non riusciva a smettere di pensare al brillante metallo di quegli occhi magnetici. “ Accidenti! Non è possibile pensare sempre agli occhi di quella vagabonda e proprio adesso che ho nelle mani l'affare americano. Devo risolvere al più presto questa storia, altrimenti non riesco a ragionare bene”. Per l'intera giornata e fino al tardo pomeriggio fu occupato a discutere con gli americani e così Alessio dimenticò per un po' i magnetici occhi grigi della vagabonda... Quando infine uscì dall'albergo gli ritornarono in mente quel viso e quegli occhi. Pensò di rivederla... pensava che rivedendola poteva ricordare. La donna sedeva sulla panchina. Per terra accanto a lei c'erano tre enormi sacchi di plastica chiusi con uno spago. Il suo corpo era diritto e immobile. Il viso era atteggiato a un sorriso stereotipato. I suoi occhi erano fissi nel vuoto, ai piedi aveva sandali di mare, di plastica rosa. Alessio la guardava con la coda dell'occhio, cercando di ricordare... Niente. Non gli diceva niente quel viso immobile, quel corpo ancora infagottato nelle numerose maglie. Rimase ad osservare per oltre mezz'ora. Alla fine... si diresse verso la sua casa. L'indomani la giornata si svolse come da copione del giorno precedente. Prima l'incontro con gli americani e poi ripassò davanti alla panchina. Niente, quel viso gli sembrava adesso assolutamente estraneo. Rientrò tardi a casa. Sognava soltanto un bel sonno ristoratore e... in effetti non appena s'infilò sotto le lenzuola, dormì profondamente. Fu verso le due di notte che incominciò a sognare... Uno strano sogno. Viaggiava su un treno e dal finestrino vedeva il mare. All'orizzonte vide emergere una sfera bianca e luminosa che man mano incominciò a cambiare forma e girava vorticosamente. Quando si arrestò il viso della barbona era dall'altra parte del finestrino e gli occhi grigi sembravano volergli gridare qualcosa, lanciargli un messaggio... All'improvviso ricordò anche se erano trascorsi quasi quarant'anni. Sì, quelli erano gli occhi grigi di Jasmine, la baby sytter inglese di via Galilei... Si trovò seduto in mezzo al letto, madido di sudore. Lo specchio dell'armadio rifletteva l'immagine di un uomo distrutto, stravolto per avere visto un fantasma emerso da un lontano passato. Jasmine... no, non era possibile. Lui allora era un ragazzo di sedici anni e studiava, seconda liceo. Un giorno tornando a casa da scuola, aveva incontrato una bella ragazza bionda, arrivata dall'Inghilterra. Lei di anni ne aveva diciassette e abitava in via Galilei come au pair (ragazza alla pari) presso una famiglia... Era stato un amore folle e la prima volta per entrambi. Una storia dolce e piena di tenerezza. Si scrivevano poesie, si guardavano negli occhi e la domenica andavano a passeggiare a Frascati... Jasmine e la sua passione per il sole, lei che nel nord dell'Inghilterra il sole lo aveva visto raramente. L'ultima volta si erano incontrati in piazza del popolo e poi, mano nella mano, erano saliti sul Pincio per contemplare in silenzio il sole tramontare su Roma... Il giorno successivo Jasmine doveva ripartire per l'Inghilterra. Giorgio, all'orario di chiusura della scuola l'avrebbe raggiunta... Aveva detto:-Ci vediamo domani, alle 2, 30, alla stazione Termini. Ti darò il mio indirizzo e il mio numero di telefono.- l'indomani Alessio era nervoso, impaziente... guardava ogni momento l'orologio aspettando lo squillo della campanella. Sul banco si agitava, era distratto. Quando finalmente arrivò la tanto attesa scampanellata finale corse via come un fulmine. Tutto accade in modo repentino, mentre saliva sull'autobus che doveva portarlo alla stazione Termini. Per la fretta scivolò, cadde... un dolore lancinante e poi più niente. Si svegliò tre giorni dopo in ospedale, la testa fasciata e Jasmine perduta per sempre. “ E adesso la ritrovo su una panchina... una vagabonda. No, mi sto sbagliando... non è possibile”. Trascorse il resto della notte sveglio. Poi prima dell'alba gli si accese una lampadina nella mente. “ Adesso so come capire se è Jasmine. Si perchè lei aveva sul dorso della mano sinistra tre grandi nei” Alessio per questo motivo la prendeva in giro. Chiamava i nei le tre grazie. Alle otto in punto era già per strada, deciso a scoprire l'arcano... Il cuore gli batteva furiosamente nel petto. Eccolo adesso vicino alla panchina tra una marea di gente. La donna era ancora sotto il telo, i minuti passavano lentissimi. Era quasi sicuro ormai, lo sentiva in fondo al cuore che la vagabonda era Jasmine... ma aveva bisogno della conferma... Ecco la testa della donna emergere e un sudore freddo scendere dalla fronte di Alessio. Dentro di se una preghiera:” Tira fuori la mano sinistra, tirala fuori alla svelta”...Lei sentì dentro di se quello sguardo inquisitore e lo guardò dritto negli occhi. Fu solo un attimo... Alessio afferrò la mano sinistra della donna, la guardò da ambo le parti e... si sentì rinascere, sul dorso bianco latte della mano sinistra della donna spiccavano chiaramente tre macchie scure, tre grossi nei: le tre grazie. -Iasmine!Ti ho ritrovato.- Alessio, sei proprio tu?!...- Finalmente si erano ritrovati... Incuranti della folla si abbracciarono, mescolarono le loro lacrime e fu come se quarant'anni non fossero mai trascorsi. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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I fatti ed i personaggi narrati in questa opera sono frutto di fantasia e non hanno alcuna relazione con persone o fatti reali.
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«Alessio è un bravo avvocato che si deve incontrare con un collega italo- americano per discutere di un affare molto importante... A Roma sulla panchina di un marciapiede incontra una barbona... i metallici occhi grigi di lei, inspiegabilmente gli provocano un grande tumulto... Ricorda di avere visto quegli occhi ma... dove e quando? Leggete il racconto se volete saperlo...» |
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Racconto commovente e sentito! (Salvatore Armando Santoro)
realistico e toccante racconto. Bracva. Segnalo (giovanni bagnariol)
realistico e toccante racconto. Segnalo (giovanni bagnariol)
adoro le storie a lieto fine, brava segnalo baci (rstorace)
Intensa e bellissima! Grande Sara, fiocco! (rosanna gazzaniga)
sei pronta x un romanzo! brava amica mia (Fiammetta Campione)
bellissima storia. Brava....fiocco. (Grazia La Gatta)
Toccante Sara, conservo e ti abbraccio (Patrizia Ensoli)
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