Mireille nacque nel 1990 da una relazione occasionale tra Giovanna e uno sconosciuto, che lei chiamava scherzosamente «roi soleil» perché bello come un dio greco, che aveva incontrato per caso nel bar di una stazione dell’ Italia settentrionale mentre si recava al lavoro.
Tanto potente fu lo slancio amoroso a prima vista che Mireille fu procreata nel gabinetto del treno Varese - Milano delle ore 06. 15.
Di quel bell’ uomo, Giovanna non conosceva neanche il nome. Ricordava sommariamente i tratti somatici del viso e il colore degli occhi.
Appena si rese conto di essere rimasta incinta, decise di non abortire perché «una gravidanza è meglio di una malattia».
Dopo una gravidanza complicata, che costrinse Giovanna a rimanere a letto per quasi otto mesi, nacque una bellissima bambina che chiamò Mireille, in omaggio alla cantante francese Mireille Mathieu che era, secondo lei, “un angelo azzurro sceso sulla terra per incantare gli uomini con la sua voce celestiale”.
Mireille crebbe in un ambiente ovattato, che la madre coltivava come un giardino perennemente fiorito, fino quando non divenne un’ adolescente che somigliava alla madre come una goccia d’ acqua.
Giovanna cercò inutilmente di inculcarle la passione per la cucina francese, per i films noirs che vedeva continuamente e, soprattutto, per Mireille Mathieu, che continuava a rimanere il suo idolo indiscusso.
Mireille voleva fare la modella o l’ attrice cinematografica e trascurava lo studio per sognare, a occhi aperti in camera sua, guardando soap opera di ogni genere.
Quando si stufava di guardare la televisione chattava in continuazione su Face Book.
Quel giorno la ragazza si era alzata molto tardi e appena sveglia si recò verso la madre e le chiese a bruciapelo: “Mamma, c’è un uomo che somiglia ad Antonio Banderas che vuole comunicare con te!”
Giovanna rimase pietrificata dall’ affermazione della figlia perché l’ aveva spesso avvertita che alcuni Social Network dove chattava per ore erano frequentati da pedofili, pervertiti e da hacker che rubavano l’ identità di persone ignare e, a volte, ingenue.
Poi si avvicinò alla madre, che non capiva assolutamente niente d’ informatica, e le spiegò che aveva aperto un profilo su Face Book a nome suo e che, come avatar, aveva scelto la foto che la ritraeva in bikini sulla spiaggia di Torino di Sangro, in Abruzzo.
Decine di uomini le avevano chiesto l’ amicizia e Mireille, che si era spacciata per sua madre, li aveva accettati tutti.
“Si chiama Giuliano e abita a Varese!” Continuò.
Giovanna era sbigottita ma non aveva ancora capito che cosa volesse da lei quest’ uomo misterioso venuto dal web.
Mireille trascinò quasi per forza la madre davanti al computer e la costrinse a chattare con Giuliano.
La ragazza si connesse su Skype e poi lasciò la madre davanti al computer e uscì dalla stanza da letto.
Sullo schermo del computer, comparve un tipo di circa cinquant'anni brizzolato:
“Ti ricordi di me? Sono Giuliano…”
“Non ti conosco, Giuliano! Avrai senz’ altro sbagliato persona…”, rispose Giovanna visibilmente a disagio.
“Non ti ricordi del nostro incontro alla stazione ferroviario di Varese? Era il 1990, se non sbaglio…”
“Se non la smetti d’ importunarmi, ti denuncio alla Polizia Postale! Io, non ti conosco e non so chi sei! Hai capito?”
In preda ad una crisi di nervi, Giovanna uscì dalla stanza da letto della figlia urlando come una forsennata.
Giovanna chiese a Mireille di eliminare il suo account in modo definitivo su Facebook e di dimenticare per sempre quell’ uomo così somigliante ad Antonio Banderas.
Per uno strano scherzo del destino, Mireille aveva chattato, senza saperlo, con suo padre…
Da quel giorno non parlarono più di quell’ uomo, anche se Mireille, a cuor suo, aveva capito tutto.