Ciao Jenny
piccola amica d'un breve tempo andato, quanto tempo... eppure sei ancora lì tra i miei ricordi più cari.
Avevo circa sette anni quando comparisti nella mia vita, la nonna mi portava sempre a prendere il gelato nel caffè della sua amica Jenny e decisi di chiamarti come lei, anche tu bionda con gli occhi azzurri, la differenza stava nel tuo corpo di pezza, mentre il tuo viso e la testa erano di uno strano materiale simile alla porcellana.
Sbadatamente una sera ti feci cadere e la tua testolina si ruppe. Piansi sconsolatamente per delle ore, perdesti i capelli e parte della calotta, rimanesti così, quasi strabica e col capo aperto e calvo....ma nemmeno per un attimo pensai di abbandonarti come un rottame, anzi... divenisti immediatamente la mia "pupilla".
Poi giunse "quel" giorno....ero malata e costretta a letto, a casa venne una conoscente della nonna, una donna piccina e malvestita, piuttosto anziana, la chiamavano la "mutolina" perchè non parlava ed emetteva solo suoni gutturali. Viveva d'elemosina e passò da noi a prendere qualche abito smesso. Si affacciò nella camera e mi vide... fu strano il suo sguardo che cadde subito su di te, mi si avvicinò a braccia tese, farfugliando alla sua maniera ed io, nonostante fossi piccola, capii al volo che ti voleva. Non compresi nemmeno uno dei suoi farfugliamenti ma il suo sguardo supplichevole mi parlò e mi spinse a metterti nelle sue braccia... e lei come il vento corse via, portandoti con sè. Ma non appena mi fui ripresa dallo sbigottimento scoppiai a piangere, avevo solo sette anni e volevo la mia Jenny... che nonostante il suo aspetto mutilato, misteriosamente non poteva competere con le altre bambole, belle, sorridenti, benvestite e soprattutto... sane.
Non ti rividi più Jenny, la mutolina ti portò nella sua misera baracca di semi- barbona... e pensare che alla sua morte la trovarono su un materasso..milionario! Chissà quale fu la ragione che la spinse a volerti... tu, una bambola disabile..già, disabile..diversa... proprio come lei.
Ti ho pensata spesso in tutti questi anni, quasi mezzo secolo ti rendi conto? E ora mi accorgo che tu per me non eri una semplice bambola, Jenny... nella mia ingenua indole di crocerossina in erba, vedevo in te quell'imperfezione che ti rendeva speciale, al di sopra e al di là della bellezza esteriore... attraverso la tua testa bucata forse scorgevo una sorta di anima che ti rendeva quasi umana... farti da mamma mi faceva sentire importante e probabilmente fu da te, nel breve viaggio fatto assieme, che imparai ad amare e a rispettare ogni tipo di diversità, che forse toglie al corpo... al guscio esterno, che per molti è l'unica cosa che conti... ma arricchisce incredibilmente lo spirito.
Mi hai aiutato a capire che essere diversi non vuol dire avere qualcosa in meno... vuol dire essere speciali, praticamente unici e insostituibili, come tutti del resto, ma con una marcia in più, la capacità di compensare la sofferenza con un amore più consapevole verso i limiti di ognuno.
Tutti i bambini dovrebbero poter incontrare la loro "Jenny", il più bel dono che potrebbero ricevere... un biglietto gratuito per un viaggio nell'anima.