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Voglio raccontarti un’ altra fiaba, come quelle che ti piaceva ascoltare la sera, prima di addormentarti, tanto tempo fa, quando eri così piccolo e dolce, che mi pareva impossibile dover soffrire tanto, un giorno, per te e con te.
“ C’ era una volta un giovane albero d’ alloro, che era stato trapiantato in una zona sicura del giardino dopo che suo padre, l’ albero gigante, era stato abbattuto perché le sue radici minacciavano il muro di recinzione. L’ alberello crebbe, indurì la corteccia del suo tronco e si fece sempre più alto e robusto, le sue radici divennero sempre più lunghe e profonde e venne il giorno in cui anch’ esso dovette essere abbattuto, affinché non crollasse il muro di cinta. Mentre la grande lama dentata penetrava nelle sue fibre ancora vive e un rumore assordante copriva il fruscio del vento, che accarezzava pietoso le povere foglie profumate, l’ albero fissava ai suoi piedi le tenere piantine nate dai suoi semi e pregava con voce muta il Signore della Natura: - Non ho scelto io di nascere. – gli diceva - Tu hai deciso per me, e avevi deciso tu per mio padre e per il padre di lui. Noi tutti abbiamo accettato, come tu volevi, di gettare il nostro seme, perché come noi bucasse con fatica il duro terreno e germogliasse affrontando il freddo e la sete, per crescere e indurire la propria corteccia e allungare le proprie radici. Adesso che è giunto per me il momento di essere abbattuto e non mi è dato di rimanere nel tuo giardino per vedere il mio seme diventare albero, concedimi almeno di cadere al suolo senza danneggiarlo. Se non ho potuto aiutarlo come volevo, perché le mie braccia non hanno saputo proteggerlo, quando il gelo lo intirizziva e il sole lo inaridiva, risparmiami almeno il rimorso di avergli fatto del male per essergli stato troppo vicino. - Il Signore della Natura ebbe pietà dell’ albero e mentre cadeva ordinò al vento di spingere dolcemente il suo tronco reciso lontano dai teneri germogli”.
Chi sa, figlio mio, se c’è davvero un Signore che ascolterà anche la mia preghiera?
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«A volte, l'amore eccessivamente protettivo dei genitori può essere un danno per i figli. L'importante è rendersene conto in tempo per rimediare.»
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Silvana Poccioni ha pubblicato in:
Festa delle Donne 2010 Autori Vari Poesie per la Festa delle Donne.
Il lato femminile della poesia