Sapevo che il mio amico era una persona dotata di un cervello fecondo, ma non immaginavo che ogni tanto scrivesse i suoi pensieri.
Sul letto di morte mi consegnò un foglietto sul quale erano appuntati sette aforismi: siccome non mi disse di bruciarlo, come invece aveva intimato Franz Kafka a Max Brod, mi sento autorizzato a pubblicarli, in esclusiva, in questo sito. Eccoli:
" 1. I nostri errori dipendono da noi; ma bisognerebbe vedere da chi noi dipendiamo.
2. A pensarci bene, coloro che raccomandano persone senza meriti (o con pochissimi) per posti di lavoro (anche ambiti) sono simili ai pedofili: fanno la stessa azione (gli ultimi fisica, i primi morale) nei confronti dei bambini indifesi e verso i candidati più preparati ma più ingenui.
3. Se la religione fosse considerata alla stessa stregua delle altre cose del mondo, sarebbe come un partito politico: la si dovrebbe scegliere, in una gamma di varie religioni possibili, per la prima volta a diciott'anni, e poi confermare o cambiare tale scelta (oppure astenersi) ogni due o tre anni.
4. In una riunione di ciechi, il visionario è considerato pazzo. In un'assemblea di fedeli, l'ateo è ritenuto indemoniato. In un convegno di mediocri, il superiore è stimato inferiore.
5. Se il matrimonio può diventare la tomba dell'amore, a volte la scuola può diventare quella della cultura.
6. Il cane creò il Padrone, la donna il Principe Azzurro, e l'uomo inventò Dio.
7. Una bella musica è come una bella donna, fa muovere qualcosa: le mani o i piedi nel caso della musica, qualcos'altro in quello di una donna. "