Vigilia della vigilia, giorno meraviglioso...
Il presepe, che occupa metà esatta della stanza da letto, sembra concluso, allestito dai creativi integerrimi e ligi alla tradizione che lo stanno preparando da quasi un mese.
Il cane non è ancora inciampato nel filo della illuminazione a intermittenza provocando un corto circuito ed elettrizzandosi un pochino, quel tanto che basta per un party decente.
La gatta non si è ancora affilata le unghie alternativamente sul comò e sul tetto della capanna e accomodata placidamente tra il bue e l’asinello, con lo sguardo interrogativo e risoluto a non spostarsi di lì almeno sino all’ultimo dell’anno.
L’albero è ancora diritto, non pende malignamente da una parte, con metà delle palline sparpagliate sul pavimento già sdrucciolevole del salotto.
Non mi assilla ancora il cappelletto replicante all’infinito che si vede proprio che è fatto a mano, perché sembra una cometa di Halley antidiluviana e non mi preoccupa neanche il giusto equilibrio fra noci e interiora nel ripieno della faraona per il pranzo di Natale.
La famiglia poi sembra tranquilla e serena o forse... si è solo eclissata dall’orizzonte. Apro un buon libro e aspetto la visita degli amici, prevista per la sera... occhi d’acquamarina trasparenti come l’acqua dell’oasi fittizia nel deserto di ghiaietta gialla del presepe...
Nel frattempo tornano occhi di giada, altrettanto trasparenti, imbacuccati, alle prese con gli ultimi regali. Sorrido, depongo il libro e anche inesorabilmente ogni buon proposito di scelta, decisione e fermezza in amore...
Sì, sì è proprio il solito ventitré dicembre... Da domani si torna alla normalità!