Ho una piccola bottega sita in ciascuna coscienza. Il mio lavoro mi piace, anche se ruba tutto il tempo alle mie giornate. Al calar della sera spengo le luci, chiudo le serrande, libero dagli ormeggi la mia scialuppa e comincio il mio vagabondare negli abissi delle altrui sventure.
La mia è una ricerca attenta e laboriosa perché, ciò che io cerco, si nasconde sotto strati di incuria, è difeso dai rami dell’ indifferenza. Ma io, mi accorgo di loro anche se il pulsare è lieve, e quando sono certo della loro presenza, li adagio, piano, sul fondo della mia barca, avvolti ognuno in garze sottili imbevute di un distillato languido e delicato, affinché il battito non si disperda.
Ma le ombre della notte si allontanano presto ed io ho ancora tanto da fare. Remo faticosamente con il mio pesante carico di fasci di cuori sanguinanti, affronto l’ impeto funesto delle onde dell’ ipocrisia. E, infine, quando raggiungo il mio approdo mi occupo di loro.
Nudi e impauriti, vogliono scappare ma io non demordo e cerco di dar loro conforto. Solo quando il tepore prodotto dal camino della mia casupola li riscalda un pò, solo allora si lasciano curare.
Ed io metto le dita in quelle crepe profonde assorbendo i dolori e tutti i loro affanni E il ripulire quelle piaghe mi scuote provocandomi il pianto. Le lacrime cadono all’ interno di quei cuori dolenti e come un unguento richiudono le ferite, senza lasciare alcuna cicatrice. Tornano a pulsare rinvigoriti e forti ormai dimentichi di tutti i patimenti.
Ormai è l’ alba, ed io devo riportare il mio bagaglio di cuori a ciascun detentore. Il viaggio di ritorno è leggero, la mia barca vola sull’ acqua spinta dolcemente dalla brezza mattutina della fiducia. Raggiungo ogni porto e in ogni porto libero un cuore che sa dove andare e non si volta a salutare.
Ogni addio non è mai per sempre e so che una nuova notte mi attende. Sono un restauratore di cuori, il mio nome è Amore.