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| A riaprir vecchi cassetti
e ritrovar perdute terre
ove nebbie antiche
mai s'alzaron al sole
e sotto bianca coltre
a nasconder ignote cose
dimorano e regnano.
Ma or sorge una bianca luna
gigante e vien d'oltre monti
e stelle e astri reca a stuolo
nell'eterna volta a volteggiar
per tempi che il conto l'umano
dal principio avea già perso.
L'ora viene per alcun del sonno
per altri senti è il marciar al suono
della cetra che di lontano s'avvicina
per acciottolati e lastricati
per mura già dormienti e
il giocar di canti s'ode
che solo l'ululato al silenzio
riporta lasciando solo udir
il fruscio delle volte celesti.
È nell'orrido silente momento
che l'occhio s'alza a cercar
di dove il terrore arriva
ed è solo allor che la luce
lontana degli astri vede
e lo sguardo disperde
negli infiniti abissali
dell'universo.
È dall'oscuro spazio
che il tempo
alla mente torna
e come tempesta
di vento e fuoco
le nebbie dirada
mostrando l'antico splendore
di ciò ch'era dimentico
e che una sola lacrima
potrebbe sommergere. |
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«A volte bastano cose insignificanti a riportare il ricordo di cose cadute nell'oblio, ma mai dimenticate» |
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