Silentium est Historiae di Azar Rudif (Riflessioni)

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Silentium est Historiae

Riflessioni

V'è un silentium oscuro che il mondo ferma con tutti i suoi frastuoni.
Nulla più senti e nulla più vedi nella celante oscurità.
Niente più sentori e niente appoggi
come fluttuante nel nulla t'accorgi e ti scorgi.
E così ch'è lo scorrere unico e infinito
t'attraversa dell'inizio contemporaneo alla fine.
Uniforme, armonioso e uguale
al suo inizio ne senti insieme la fine
e l'antico dimentico e passato
che par non lasci traccia
ora senti coevo del futuro
non ignoto e presente al suo passato.
Non scorre l'inesorabil tempo fermo nel silenzio della storia e ascolti.

Ascolti
dal dolore poi felice della partoriente nell'oscuro bosco della preistoria
al dolore poi felice della partoriente di un'illuminata sala.
E il tempo di mezzo pari ti scorre silente e t'appare.

Ascolti
Dalle urla di antichi bambini festanti nel villaggio di corsa in corsa
alle urla di tutti i bambini festanti fino a questo silenzio e nel futuro.
E il tempo di mezzo pari ti scorre silente e t'appare.

Ascolti
dalle urla dell'antenato rincorrere con la tribù la preda solo per sfamarsi
alle urla di uomini passati presenti e futuri che ora e domani morranno di fame.
E il tempo di mezzo pari ti scorre silente e t'appare.

Ascolti
dall'urlo di guerra e di morte e di scontri in corsa e di corazze
all'urlo di morte di un dito che su un pulsante distruggerà tutto.
E il tempo di mezzo pari ti scorre silente e t'appare.

Ascolti
dal sibilo della lancia che vola da basso all'alto e al basso da nemico a nemico
al sibilo del missile che dall'alto piomba giù portando il fuoco del sole.
E il tempo di mezzo pari ti scorre silente e t'appare.

Ascolti
dal fraseggiare insensato per gli altri e ricco per se dell'amministrator di popolo
al turpiloquiar dell'arrivato politicante seduto alle sommità di un popolo.
E il tempo di mezzo pari ti scorre silente e t'appare.

Ascolti
Dal pensiero altisonante del trascinator di popoli
all'espressione urlante dell'imbonitore di padelle e saponi
E il tempo di mezzo pari ti scorre silente e t'appare.

Ascolti
dai richiami di padre in figlio
al silenzio tra padre e figlio
E il tempo di mezzo pari ti scorre silente e t'appare.

Ascolti
dalle storie antiche e dimenticate di razze d'uomini
alle storie presenti e future di uomini sempre uguali
E il tempo di mezzo pari ti scorre silente e t'appare.

Ascolti
finché il silenzio tutto oscura e cela e tutto uguaglia
passato e presente e futuro son l'unico tempo
dall'inizio alla fine senza consecutio e sine causa.
E l'uomo dalla lancia di pietra
e l'uomo perso in volo nell'universo
son del tempo e dell'esistenza
della storia il silenzio
che tutto unisce e uguaglia.

È questo il silenzio della storia
ove tutto scompare e ogni differenza
s'appiattisce in unica forma e colore.
In questo nulla indifferenziato e indifferente
vive l'essere umano e vi nasce morendo.

Dall'alfa dei tempi all'omega della fine
non ha mai conosciuto l'alfabeto di mezzo
ha cambiato i suoi vestiti
ha cambiato le sue armi
ha cambiato i suoi arnesi
ha cambiato il mondo appena d'intorno
ma i suoi vestiti restano le pelli altrui
ma le sue armi uccidono lo stesso
ma i suoi arnesi hanno gli stessi usi
ma il mondo d'intorno è nulla nell'universo.

Ancora oggi da un urlo nasce
in un urlo muore
e tutta l'esistenza
silentium est historiae

Azar Rudif

13/04/2009 23:51 4| 2044

Questa poesia è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons: è possibile riprodurla, distribuirla, rappresentarla o recitarla in pubblico, a condizione che non venga modificata od in alcun modo alterata, che venga sempre data l'attribuzione all'autore/autrice, e che non vi sia alcuno scopo commerciale.

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Nota dell'autore:

«Ciò che resta come all'inizio senza un'apparente evoluzione è come se non fosse mai esistito o come se la sua esistenza fosse nulla. E' questa la razza umana hce ancora oggi è come all'inizio della sua Storia? Ha cambiato le usanze, i costumi gli arnesi che usa? Forse si, ma i fini sono sempre gli stessi.»

Commenti di altri autori:

«Tu hai appena pubblicato un autentico capolavoro... la tua nota...
Forse anche del tutto condivisa.
Al di la di questo la forma adottata mi ha spiazzato...è incantevole.»

Antonella Bonaffini (14/04/2009)

«Riflessione profonda e intensa. Il cambiamento avvenuto nel corso di millenni di storia è solo apparente. Gli uomini sono interiormente come quelli delle caverne. Le guerre sono rimaste, i pregiudizi non sono scomparsi, le ingiustizie non scompariranno mai, e ci saranno sempre i privilegiati e coloro destinati sempre a soffrire e a essere vittime di sistemi che non possono cambiare. Da alora come oggi da un urlo nasce la vita e con un urlo muore e tutta l'esistenza è silenzio nella storia... Nascemmo al pianto... Stupenda.»

Cuccu Anna Maria (14/04/2009)

«Parole che penetrano nell'intimo fondendosi con il sentire... Parole che inondano e scavano e portano alla luce... Che posso dire... sono senza parole perché qui... in questo poema c'è la voce del tutto... e unendomi alla nota dell'autore..."Ciò che resta come all'inizio senza un apparente evoluzione è come se non fosse mai esistito o come se la sua esistenza fosse nulla..." ...tutto apparentemente cambia..."ma i fini sono sempre gli stessi."»

Gaia22 Tiziana Porcelli (15/04/2009)

«Un inchino a si tanta talento, versi molto profondi, anche nella chiusa.
Molto apprezzata .»

Nadia Mazzocco (15/04/2009)

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