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Èrato! ambrata mia Èrato che da Ebe ti vuoi far servire...
tu, Musa, prediletta al canto degli ebbri Pöeti,
che da me vuoti il calice d’orrendo patìr di bei Sogni
e d’ogni sospiro seguito dall’ombre dell’Ade...
oh Èrato, che di sera di buio ne ricopri il Tramonto,
ne copri le forme che tenui vergognano inquiete,
ne copri le schiuse sollecite guance di spettro,
ne copri il chiasso orgiastico, le danze di Ninfe e Nerèidi
nel bacio tuo casto, solletico al cuor che mi batte,
il mio volto lasciando in queste mie tenebre antiche...
sappi tu, che ne intrecci i serti de’ rapsodi erranti,
che ascolto il silenzio d’eterne risposte mancanti
d’attese, che ti ascolto passare tranquilla per l’erbe
del campo, obliando le dolci mie spemi che stringo,
che ora ascolto il silenzio di sèrica amica tua, l’Ècate,
ai Misteri sacrata dell’arpa di Orfeo moribondo...
ascolto il silenzio; eppure non odo di te...
Ascolto il silenzio che grida, che sbraita bestemme,
ascolto il silenzio d’un cuore lontano che canta.
Ascolto, ma non odo parole di scialba Selène...
ascolto un invito ai giambi danzanti e lontani,
a’ i ditirambi svelti disciolti da lire difformi...
E intanto, oh mia Dea, le querce si spogliano e seccano,
le rose fan rinunzia de’ petali loro odorosi
e fulvi, e i crisantemi sospirano il tempo dei Morti, e
Novembre procede e dà sepoltura alla vite
della tua Ebe plaudente agli ordini divi di Giove...
e passano anni eterni, momenti fuggèvol di Gioia,
si rinnovano i miei uguali, dissimili Sogni.
Èrato mia!... perdona un povero aedo che geme
nel silenzio, straziandosi immemore d’attimo amico,
aedo che brama l’onore d’un strazio sublime,
morire per te! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Elegia "barbara" in Distici elegiaci» |
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