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«Ho molto gradito (come sempre) tutti i commenti ricevuti, da quelli sostanzialmente concordi con il mio (un po’ crudo, ma non necessariamente disperato: a me a volte dà un senso di pace... eterna) sentire a quelli più critici (e mi scuso se sono andato contro le convinzioni di alcuni lettori o lettrici) . Ho trattato un argomento che, come scrive il Garbellini, di solito in poesia si cerca di evitare, e che non può essere approfondito troppo (soprattutto se si sceglie la forma stringata del sonetto), perché la poesia non è filosofia. Ringrazio pertanto particolarmente la (tra le altre cose) filosofa Carla Vercelli, che ha chiarito ciò che implicitamente io volevo intendere: non c’è molta differenza, in fin dei conti, tra il "De rerum natura" ("Come nel tempo passato noi non sentimmo nulla di doloroso, così, quando non saremo più, naturalmente nulla allora a noi potrà assolutamente accadere, né nulla potrà muovere la nostra sensazione, neppure se la terra si mescolasse al mare e il mare al cielo") e la "Bibbia", in cui si legge "Pulvis es, et in pulverem reverteris" . D’altro canto, è altrettanto vero che "nulla si crea e nulla si distrugge", per cui, come aveva intuito lo stesso Lucrezio, noi non ci saremo più, ma i nostri atomi continueranno a vivere ("Potrai facilmente convincerti che gli stessi atomi dei quali ora noi siamo formati spesso in precedenza siano stati posti nello stesso ordine nel quale si trovano adesso") .» |
Inserita il 09/03/2018 |
Io nulla prima di venire al mondo
ero, son certo, e al nulla tornerò;
è inutile girare troppo in tondo:
è una questione chiara, e poi non so
penetrare di essa più nel fondo,
perché speranze, sogni, io non ho,
né mi va di passar, da vagabondo,
per cieli che qualcuno un dì creò.
Ed una volta attraversato il fiume
che separa la morte dalla vita,
non vedrò certamente alcun barlume
di ciò che sulla terra, progredita,
faranno tante genti, ché il mio lume
spento sarà, per epoca infinita. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Questa, probabilmente (molto probabilmente!), è stata la sorte toccata, fra gli altri, a mio padre, morto relativamente ancora giovane, sessantunenne, esattamente quarantuno anni fa (l’otto dicembre del 1976), e sarà - c’è da scommetterci! - anche la mia sorte.» |
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