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| «Non poche volte dubito, tra le altre cose, che "la chiarezza dei concetti, che ben guida il lettore nell’interpretazione", quella chiarezza che io amo, sia davvero una virtù in poesia, o non piuttosto un difetto. Però poi mi capita di trovare qualche personaggio autorevole d’accordo con me, come, in questo caso, il professor Leo Spitzer che, in una sua conferenza a Roma del 1960, tra l’altro disse: "Un altro punto su cui non sono d’accordo con i Nuovi Critici è la loro abitudine di ammettere, anche per poeti che non appartengono alla scuola del ‘metaphysical wit‘, sensi molteplici, sulla scorta del critico inglese Empson che distingue sette possibilità di ambiguità poetica... (...) Non posso ammettere la duttilità semantica, grazie alla quale i sensi che possiede una parola nella lingua generale, o nel dizionario, sarebbero mezzo presenti nel passo poetico (...): come sarebbe possibile qualunque comunicazione a mezzo della lingua umana, se se la frase non definisse il senso richiesto dalle singole parole? Credo infatti che l’ipotesi della ‘polisemia’ delle parole in poesia sia un’estensione illegittima di esperienze odierne compiute con gli ‘slogans’ ambigui della politica e della ‘réclame’ che si sono rivelati tanto distruttivi" (in "Per una storia della ricerca linguistica", di Tristano Bolelli, ed. Morano, Napoli, 1965, pag. 584) .» |
| Inserita il 06/08/2018 |
Parteggio per la semplice poesia,
che di piccole cose sa parlare,
che non insegue la filosofia,
che una pura emozione sa donare.
Capaci penne qualche fantasia
talvolta sono in grado d’inventare,
e se fa capolino l’ironia
non ci si può per niente lamentare.
E poi mi piace molto la chiarezza
dei concetti, che ben guida il lettore
nell’interpretazione, correttezza
nell’uso della lingua, e un’ulteriore
goduria respirare è quella brezza
che d’armonia trasporta il buon sapore. | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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| «Sui miei (discutibilissimi) gusti poetici... Mi si permetterà di dedicare questo modesto sonetto a Lorenzo Crocetti, il principe (o almeno uno dei pochissimi principi) di quella nobilissima forma poetica in questo sito.» |
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Commenti di altri autori:
«La "polisemia" in linguistica non è la mancanza di chiarezza dei concetti, bensì il plurimo significato di una parola. La funzione poetica del linguaggio (il linguaggio ha diverse funzioni) ha una valenza sia denotativa, sia connotativa. Esempio: se uso la parola "notte"... In poesia, se la monosemia della singola parola è auspicabile, è vero anche che l’espressione di concetti chiari non fa una poesia ed è auspicabile pure l’uso di metafore, musicalità (non necessariamente metrica ma ritmo) e creatività della lingua, altrimenti la poesia è solo comunicazione (per la quale posso usare il linguaggio quotidiano o scientifico o specifico che si fonda sul dizionario), ma non è arte, che è respiro, battito della vita e innovazione. 
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