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♦ Michelangelo Cervellera | |
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C’era una volta un bel carretto a bovi,
alti, devoti, nella processione;
cari alla chiesa, e pure alle persone,
miti e solenni, come a intender trovi;
l’evo era quello di stil soavi e novi,
che, verecondia, è accanto a religione;
ciascun volgeva una genuflessione,
i bovi pure, cui l’istinto giovi.
Rammento i bardi dell’imperatore,
gli svevi, sui cavalli e in armatura;
bianchi i destrieri, ed aurea ogni corazza;
suebo l’idioma, di cortese ardore,
la via maestra, e for di insigni mura,
tra gaudi e acclami, ‘che letizia impazza...
...l’ascesa degli incensi, il preesul cura. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Rammento Arrigo secondo di Franconia, osannato dal ramo svevo della nobiltà gloriante nella cattedrale di Aquisgrana, durante l’incoronazione. Allora, la processione includeva le consorterie, gli ordini religiosi, i seguiti di vassalli e valvassori, gli stuoli di nunzi dalle cerchie superiori delle orbite celesti. I bovi, solenni, s’inchinavano al Sacramento santissimo, prima che gli venisse caricato sul barroccio. Dagli Eccelsi alla terra, si estendeva il miracolo.» |
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