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Poesia pubblicata nello speciale 'Festa della Repubblica'
Andavo a: "Devotopoli" del Sire:
nuvole bianche, laudi sopraffine,
greggi felici, rose senza spine,
santi entro auree, senza mai finire;
pace dovunque, co' interiori mire,
servi de' servi, oltre ogni confine;
fragranze, essenze, da anime, divine,
odi di osanna, in arpe, gighe, lire.
Dante pregava, in stile e mani giunte;
Virgilio i prati della fede onora;
il mantovano, e il paladin dal giglio;
Salgan da incenso glorie in Dio alto assunte,
che ingiunge devozione in chi lo odora,
ecco i poeti, i due, dal buon consiglio...
...i nunzi intonan cori al Sommo, ognora... | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«La "giga", in verso ottavo, è la cetra fiorentina medievale. In un pellegrinaggio verso i luoghi della fede, incontrando il poeta mantovano della pastorizia divina, ed il poeta, toscano, dalla visione di vate, notammo, greggi felici perché rivolti a Dio, madonne riverenti e mistiche, santi umili e trascendentali in livelli eccelsi di percezione dell'Altissimo. I gaudi vengan cantati, e la polifonia è armonica sommamente. Stuoli, schiere di poeti santi paradisiaci, muse umilissime nella catarsi sublimante, chine alla superiora, connotavano di soavità il luogo. Riconobbi Platone, che scriveva.» |
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