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«Immaginavo che a questa composizione, a causa dell'argomento trattato (spesso si tende a commentare una poesia più per l'interesse del suo contenuto che per la bellezza della sua forma), venissero fatti diversi commenti, sia contro lo haiku che a suo favore. Qualche commentatore mi ha forse scambiato per un partigiano di questa forma poetica, ma già la lettura del primo verso ("Non hanno 'tutti' i torti i Giapponesi") dovrebbe far dedurre che 'qualche' torto ce l'hanno; io cerco di comprendere varie forme d'arte, ma che poi ne scriva non significa che sono un loro estimatore. Avevo letto (piuttosto distrattamente) il libro di Barthes, citato in nota, una ventina di anni fa e, visto il dilagare di questo tipo di poesie nel nostro sito, l'ho ripreso in mano per rinfrescarmi le idee e per scrivere questa mia modesta opera, ad uso soprattutto di coloro (ce ne saranno...) che non hanno mai sentito parlare di haiku. Io, come Barthes, sono giunto alla conclusione che tale forma poetica è peculiare dei Giapponesi, della loro filosofia di vita, e che noi Occidentali possiamo anche provarci, stando sicuri però che riusciremo al massimo a scimmiottare ciò che è un vero haiku, perché millenni di storie differenti ci separano dai Nipponici. Onore, comunque, a tutti coloro che si cimentano con quella (solo apparentemente semplice, ma in realtà ostica) forma d'arte!» |
Inserita il 30/06/2017 |
Non hanno tutti i torti i Giapponesi,
la cui massima formula poetica
è lo haiku, che idee non vuole esprimere,
ma far breve disegno dell’istante.
E non ci sono lì gli insegnamenti,
né grandi amori, né forti passioni,
ma c’è solo il ritratto, con parole,
di un attimo qualunque della vita.
E non c’è nessun dio da ringraziare,
nessuna ribellione o fantasia,
soltanto cognizione di aver posto,
come ogni cosa, noi nell’universo. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Ho approfondito il concetto dello haiku nei capitoli "L’effrazione del senso", "L’esenzione del senso", "L’incidente" e "Tale" del libro "L’impero dei segni", di Roland Barthes (Gli struzzi 288 ")» |
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