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«Come i lettori avranno certamente ben compreso, questa poesia è una satira scherzosa su un evento che si verifica soltanto in casi rarissimi. Ricordo ancora, da ex insegnante, una dolce ragazzina che, molti anni fa, in terza media, nel compito di francese in cui gli alunni erano stati da me invitati a descrivere in modo semplice la loro casa, aveva scritto, più o meno: "J'aime beaucoup la ma casètt, et surtout la ma stanzètt, dove il y a un armadiètt, avec toutes mes care cosètt" . Io, che di solito mi stancavo a correggere gli innumerevoli compiti abbastanza "normali", con quello mi divertii davvero tanto, lo rilessi più volte e, nonostante il brutto voto che per forza dovetti dargli, quando lo riportai, corretto, in classe insieme agli altri, fu quell'elaborato a fare la parte del leone (dissi, su per giù, amichevolmente alla ragazza che aveva creato una nuova lingua, a metà fra il francese e il barese, forse non arbitrariamente, perché, in fin dei conti, tra "Paris" e "Bari" c'è lessicalmente ben poca differenza, e poi perché non dicono forse i Baresi che "se Parigi tenesse lu meri, sarebbe una piccola Beri"? )» |
Inserita il 05/07/2017 |
Se vedo mia poesia letta un po’ troppe
volte, m’insospettisco: "Vuoi vedere",
mi dico allora, "che ci sono troppe
parole scelte male, assai foriere
di profondo disprezzo, che i lettori
mi leggono per farsi una risata,
per rallegrare un poco i loro cuori
con la visione di una baggianata? "
(Del resto, spesso leggo io le pagine
di un giovane politico locale
solo per ricavarne poi l’immagine
dell’ignoranza sua ben colossale!) |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Un po’ di (auto) satira, di (auto) ironia ogni tanto non nuoce (del resto, come diceva l’onorevole Giulio Andreotti, "a pensar male si fa peccato, ma di solito ci si azzecca! ")» |
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