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Mi sento vecchio, stanco, rassegnato,
la corda è pronta, appesa ad una trave,
fra pochi istanti morirò impiccato,
vivrò così d’un sogno più soave.
Mi vengono alla mente dei pensieri
che toccano i miei figli ed il passato,
ricordi che ho vissuto sino a ieri,
domani poi ... verrò dimenticato!
Son solo in questo bosco fuori mano,
la macchina è rimasta sul sentiero,
il cielo è buio, c’è un silenzio strano,
si vedono le luci al cimitero.
La luna è la sola testimone,
mi guarda tra le stelle illuminate,
ma non mi fa nessuna sensazione,
le mie emozioni sono distaccate!
Quand’ero un personaggio rinomato
la gente mi portava assai rispetto,
il tempo mi ha trovato impreparato
di fronte alla scalata del progetto.
Nell’arco di dieci anni il patrimonio
che avevo accumulato nella vita
l’ho dissipato insieme al matrimonio
per colpa di una amante parassita!
M’ha fatto entrare in mezzo agli usurai
che m’han sottratto pure la mia azienda,
ho licenziato tutti gli operai
per chiuder quella ignobile vicenda.
Ormai non c’è più nulla da salvare
neppure l’esistenza già fallita,
son pronto e mi sto lasciando andare
per mettere fine a una triste vita!
La notte è tetra, strana, fredda, mesta,
risplende di bellezza il firmamento,
ma l’aria è tesa, mistica, funesta,
attende solo in tragico momento!
Il cappio al collo, un calcio allo sgabello,
la morsa stringe placida la gola ...
s’avvera un sogno tristemente bello
soffrendo un po’, ma in una volta sola!
......
...All’alba son venuti i miei parenti,
qualcuno è ancora qui che piange e prega,
ma non posso sentire i suoi lamenti ...
...e il mondo mi condanna e se ne frega!
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«La vita è bella e va goduta interamente minuto per minuto, ma non sempre i progetti arrivano in porto e quando si intraprendono strade sbagliate solo allora ci sia accorge di aver passato il limite e ci si ritrova con un calice ripieno di amarezza che porta alla depressione. Bisogna saper comprendere il momento in cui ci si viene a trovare sul promontorio e ragionare per tornare indietro con forza, coraggio e determinazione, altrimenti si rischia di arrivare al drammatico epilogo descritto in questi amari versi.» |
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