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Sapimu ca 'n Itaglia shtamu fiacchi
percèni fannu tanta terramoti;
tutti li casi sontu cu li spacchi
e pi javitari no' nci shtannu moti.
Quannu succètunu ham'azzà' li tacchi,
fincá li scossi no' si shtannu soti.
Ci è 'vutu cuezzi hava usà' li 'mpacchi
prïannu li Santi e facennu voti.
'Nu saccu ti famigli ruvinati,
percé hannu persu tanta famigliari;
li casi loru tutti hannù sgarrati.
Lu terramotu dà duluri amari
puru a ci non è ffattu mai piccati
e sempri bbeni iddu è vulutu fari.
Hamà ssulu prïari,
cú no' nci faci cchiù lu terramotu
e ognunu ti nu' havà rishtà' divotu.
Traduzione
Il terremoto
Sappiamo che in Italia siamo combinati male,
perché succedono tanti terremoti;
tutte le case presentano fenditure
e per evitare non ci sono modi.
Quando succedono dobbiam scappare,
finché le scosse non si fermano.
Chi ha subìto ammaccature deve usar gli impacchi
pregando i Santi e facendo voti.
Un sacco di famiglie rovinate,
perché hanno perso tanti familiari;
le loro case son tutte crollate.
Il terremoto dà dolori amari
pure a chi non ha commesso mai peccati
e sempre bene lui ha voluto fare.
Dobbiam solo pregare,
acché non succeda più il terremoto
e ognuno di noi deve restar devoto. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Sonetto caudato in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABAB/ABAB, CDC/DCD, dEE.» |
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