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| Era già tardi fuori
ma intorno a me non c'era mai stato un inizio.
E poi capii di aver vissuto- al riparo-
di fronte a quella natura umana che ti violentava l'anima.
Vivevo nelle mie certezze di sempre. Nelle lingue innocenti
di antichi cori. Lontano da quella specie ebbra di egoismo
che ti beveva il sangue dopo averti ferito.
Ne avevo incontrata tanta di questa gente.
Così brava a incorniciarti il passaggio di chiodi travestiti di fiori.
Chi per invidia, chi per egoismo, chi per vigliaccheria.
Qualcuno anche per il solo fatto di vedermi vivere
lontano dall'abituale smorfia del mondo.
Eppure io non ebbi mai paura di questo.
Non mi importava di chi non viveva i cieli.
Io avevo solo paura dell'immobilità delle cose che abitavo.
Dello sguardo assente dell'amore.
Delle stanze senza sorrisi.
Dei fogli senza voce, del buio senza nessuno.
Avevo così tanta paura di questo
che quando le luci si spegnevano, io sollevavo
quei giorni impolverati e sempre uguali. E scavavo lì,molto in fondo.
E ritrovavo tutti i miei scritti
dove affrontavo tutte le oscurità . Per la strada
incontravo i segni dei sogni diritti nel cuore. Era lì che mi sembrava
di essere una stella.
Ma forse non erano sogni, ero sempre io che viaggiavo
nei luoghi lunghi nella mente.
Luoghi che, però, non mi toglievano mai
quel velo dagli occhi. Arrivando ad una verità che non esiste
Ma sapete... Io ero una folle perché credevo
che poco alla volta sarei arrivata all'inizio dei suoni.
Ed io un po' vivevo, ubriaca, di questo silenzio con il cervello
che mi faceva attraversare stanze così piene
di tutto ciò che sentivo. Nettare di un poco di sole
che filtrava gli occhi. Mentre fuori era già tardi
e si scriveva la fine di quelle note.
"Quanto mi scrissi nelle serrate porte
dove tutto mancò per " prenderti per mano".
Trattenni il respiro per scrivere- ancora- il tuo nome
ma lo sguardo della nebbia non mi fece mai
riconoscere i tuoi occhi. Cosa volete che mi importasse
di tutte le cose meccaniche della terra!
Io cercavo il paradiso impolverato tra le mie dita". |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«foto di Natalia Drepina» |
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