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«È una considerazione d’alto valore umano e sociale che esalta il senso della fratellanza. Purtroppo in questo mondo vige la legge dell’egoismo e del menefreghismo ed io che avverto d’avere un animo sensibile rifiuto comportarmi come gli altri e dono ai poveri quanto possa loro servire per vivere. Il sonetto conclude in modo giusto e certo per chi si offre ad aiutare il prossimo confermando un sicuro contraccambio ovvero il sostegno della Provvidenza.» |
Inserita il 08/10/2017 |
’Nt’lu munnu quasi tutti li crishtiani
vollu surtantu aviri senza dari
e no’ ssannu ca tutti hamà campari
ci ni vulì’ sintimu essiri umani.
Ni cumpurtamu pesciu ti li cani:
a cuiddi ca si mettunu a ‘uardari
no’ ddamu mancu ‘n’ogna ti manciari.
T’li moti giushti shtamu assai luntani.
No’ vvogghiu nienti. Vogghiu ddo’ surtantu
’nu picca ti cce ttegnu alli pizzienti,
cá no’ ppozzu sapiri ‘ncora quantu
tiempu atru hagghià campari mis’ramenti.
Ci all’atri tutti nui damu ‘nu tantu,
putimu tutti avì’ sicuramenti.
Traduzione
Non voglio niente
Nel mondo quasi tutte le persone
vogliono soltanto avere senza dare
e non sanno che tutti dobbiam campare
se vogliamo sentirci esseri umani.
Ci comportiamo peggio dei cani:
a quelli che si mettono a guardare
non diamo neanche un po’ da mangiare.
Dai modi giusti siamo assai lontani.
Non voglio niente. Voglio dar soltanto
un po’ di ciò che tengo ai pezzenti,
ché non posso sapere ancora quanto
altro tempo vivrò miseramente.
Se agli altri tutti noi diamo un tanto,
possiamo tutti aver sicuramente. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Sonetto classico in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABBA/ABBA, CDC/DCD.» |
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