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“Non voglio più subir le tue violenze,
non voglio più neppure sopportare
le tue continue e vili prepotenze,
perché mi son stancata di lottare!
Adesso prendo in mano la mia vita
e me ne vado insieme col bambino,
fai quello che ti pare, son sfinita!
Non voglio che influenzi il mio destino!
Ci siam sposati per il grande amore,
basato sulla fede e sul rispetto,
ma questo che viviamo è uno squallore,
mi tocchi solo quando stiamo a letto!
Le coccole ed i baci sono stati
sostituiti dalle discussioni,
i dialoghi non sono più educati
s’accendono per piccole reazioni,
che cosa ci sto a fare con quest’uomo?
Soltanto per calmare i suoi bollori?
Credevo che lui fosse un gentiluomo,
ma vedo c’ha perduto i suoi valori! ”
Così gridò la donna a suo marito,
il quale risentito le rispose:
“Ti sei stancata, o, forse, m’hai tradito
e l’altro ti accontenta con le rose!
Non ti ricordi al primo appuntamento?
Facevo anch’io così, perché l’amore
ti invita quando provi un sentimento,
ma, poi, pian piano spegne il grande ardore,
perché subentra il peso del lavoro,
i sacrifici all’ordine del giorno,
non t’ho mai fatto vivere nell’oro,
ma quando, a sera, io faccio ritorno
non ho la forza d’essere gentile
e scarico su te le mie tensioni,
è vero, sono stato un po’ virile,
è colpa delle gravi situazioni,
è un dialogo che andava fatto prima,
da parte mia, so d’aver sbagliato,
ti prego amore, lasciami la stima
e ti dimostrerò che son cambiato!
Ci tengo troppo alla mia famiglia,
non rompere così la nostra unione!
Se resti ci faremo meraviglia
di questa accidentale discussione! ”
La moglie lo guardò, s’era convinta
di non lasciarlo per amor del figlio,
adesso, poi, ... ch’era pure incinta,
gli disse: “Non creare più scompiglio
con quell’accusa, io non ho l’amante!
Aspetto un altro figlio da un marito
che non sa darmi nulla d’importante!
...L’offesa me la son legata al dito! ”
Il povero marito fu sorpreso
da quella inaspettata confessione,
ma il cuore, per la gioia, s’era acceso
ed abbracciò la moglie con passione!
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Le liti in famiglia son cosa naturale, purché non sfocino in un duello rusticano. In questo caso c'è solo stato un chiarimento per il bene dell'amore in famiglia, tanto più che ora c'era un nuovo ospite ad allietare la casa, un secondo figlio in arrivo e le liti non servono più, ma la donna non aveva accettato quella calunnia da parte del marito e se l'è legata al dito.» |
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