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Ca la fatìa ni shtracca lu sapimu
speci ci simu ti 'na certa età;
quannu vitimu ca no' nc'la facimu
n'hamà fermari e n'hama ripusà'.
Sutori e chiantu nu' no' ni vulimu
puru ci pi campari hamà fatià';
facimu sulu cuddu ca putimu,
ccussì la vita passa e si ni va.
La püisìa mi faci assà' shtraccari,
cá l'ànama la spenci, cú èssi fori,
pi ccosi a vvoti tuci e a vvoti amari
senza nisciunu nziddu ti sutori.
Mi sentu shtraccu e m'hagghia ripusari,
ci vogghiu cu mi passa lu dulori.
Traduzione
Mi sento stanco
Che il lavoro ci stanca lo sappiamo
specie se siamo di una certa età;
quando vediamo che non ce la facciamo
dobbiam fermarci e dobbiam riposarci.
Sudore e pianto noi non vogliamo
anche se per vivere dobbiam lavorar;
facciamo solo quello che possiamo,
così la vita passa e se ne va.
La poesia mi fa assai stancare,
ché l'anima la spinge, ché esca fuori,
per cose a volte dolci e a volte amare
senza nessuna goccia di sudore.
Mi sento stanco e devo riposarmi,
se voglio che mi passi il dolore. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Sonetto classico in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABAB/ABAB, CDC/DCD.
Oggi si nasce e si parla solo in italiano. Il dialetto non piace a tutti, anche se ha dato origine all'italiano (ne fa testimonianza la Divina Commedia).» |
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