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Si sapi ca è 'na cosa ti 'shtu munnu:
ci unu, ci 'n'atru, tutti lu tinimu,
però è mali ca faci sciri a funnu
quann'è cosa ca sempri nu' facimu.
Purtroppu quannu shtamu cu lu cciunnu
a llu piaceri tutti nu' currimu
sia ci è ti shtati o puru ci è t'autunnu,
ccussì cchiù sutispatti ni sintimu.
Fincá è 'nu vizziu ca ni dà piaceri
e no' 'nu vizziu ca è piriculosu
sia pi la vita sia ca crea 'uai seri,
unu pó puru assiri vittoriosu.
Ma ci è 'nu vizziu fiaccu, cá poi mueri,
è ppesciu t'nu serpenti vilinosu.
Traduzione
Il vizio
Si sa che è una cosa di questo mondo:
chi uno, chi un altro, tutti lo abbiamo,
però è male che fa andare a fondo
quand'è cosa che sempre noi facciamo.
Purtroppo quando abbiamo il broncio
al piacere tutti noi corriamo
sia se è d'estate oppure se è d'autunno,
così più soddisfatti ci sentiamo.
Finché è un vizio che ci dà piacere
e non un vizio che è pericoloso
sia per la vita sia che crea guai seri,
uno può pure uscirne vittorioso.
Ma se è un vizio malefico, ché porta alla morte,
è peggio d'un serpente velenoso. | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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| «Sonetto classico in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABAB/ABAB, CDC/DCD.» |
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