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Ca l'um'litati no' è cosa ti tutti
è ccertu, ma nu' l'hama pratticari
ci ni vulimu ccogghiri li frutti.
Ccussì lu Figghiu Diu vulìu mushtrari:
scinnìu cqua 'bbasciu, 'nmienz'a bbeddi e bbrutti,
lu feci pi putiri nui sarvari
passannu tanta sufferenzi e lutti;
murìu pi nu' e po' ddà vulìu nchianari.
Surtantu l'um'li faci comu Crishtu,
cá sulu ci si sbascia veni azzatu
e poi pó ddiri puru ca L'è vishtu.
Ci si azza,'nveci, veni poi sbasciatu,
percé, ccussì facennu, è shtatu trishtu
cu tutti l'atri ca no' è rispittatu.
E mu' n'hamù 'mparatu
quant'èti nicissarria l'um'litati
pi viviri cu Diu l'eternitati.
Traduzione
L'umiltà
Che l'umiltà non è cosa da tutti
è certo, ma noi dobbiam praticarla
se ne vogliamo cogliere i frutti.
Così il Figlio Dio volle mostrare:
scese quaggiù, in mezzo a belli e brutti;
lo fece per poterci salvare
patendo tante sofferenze e lutti;
morì per noi e poi là volle salire.
Soltanto l'umile fa come Cristo,
ché solo chi si abbassa viene innalzato
e poi può dire pure che L'ha visto.
Chi s'innalza, invece, viene poi abbassato,
perché, così facendo, è stato cattivo
con tutti gli altri che non ha rispettato.
Ed ora abbiamo imparato
quant'è necessaria l'umiltà
per vivere con Dio l'eternità. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Sonetto caudato in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABAB/ABAB, CDC/DCD, dEE.» |
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