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In tutto il mondo, la televisione,
ha divulgato quella triste scena
sulla spiaggia di Bodrum, che impressione!
Un bimbo morto e il viso nella rena!
Quel corpicino steso sulla sabbia
sfiorato ad ogni istante dalle onde,
m’ha scosso ed ho provato tanta rabbia
sentivo sensazioni assai profonde!
Qualcuno, poi, l’ha preso tra le braccia
e l’ha portato in luogo più sereno,
di quel bambino non si ha più traccia ...,
ma oggi nel mio cuore c’è il veleno!
Chi era quel maschietto deceduto?
I genitori sono ancora vivi?
Adesso non è più uno sconosciuto,
ma sono troppi gli interrogativi!
La morte di quel piccolo innocente
ci rende tutti ... luridi assassini!
L’orientamento insano della gente
è attratto solamente ... dai quattrini!
Che colpa aveva quel bambino morto
disteso a faccia sotto in riva al mare?
Mi ha mosso un sentimento di sconforto,
perché noi tutti non sappiamo amare
il prossimo! Di fronte a un corpicino
abbandonato lì su quella spiaggia
si dice: “E’ tutta colpa del destino! ”,
non è davvero una risposta saggia!
...La guerra, ... la politica egoista,
l’inciviltà di molti cittadini
riguardo a un’accoglienza rigorista,
ci fa sentire autentici assassini!
Quel bimbo morto? E’ solo colpa nostra,
battiamoci coi pugni sopra il petto,
la scena è chiara e questo ci dimostra
che non abbiamo amore, né rispetto!
Il mondo è in mano a gente tanto infame
da non udire l’urlo disperato
dei popoli che muoiono di fame
per un aiuto intenso ed immediato!
La scena di quel bimbo faccia a terra
ci fa sentir colpevoli del fatto,
quel piccolo fuggiva dalla guerra ...
è per questo motivo che mi batto,
perché noi ci giriam dall’altra parte
e dopo un giorno ci dimentichiamo
di quella scena ... messa già in disparte,
così facendo noi ci nascondiamo
per non dover assolvere al dovere
ch’è quello di un’azione solidale
d’accoglier le persone bianche o nere
col cuore aperto a un vivere sociale.
Vorrei che quell’immagine pietosa
del bimbo con la faccia verso terra,
venisse esposta dentro ad ogni casa
di quelli che fomentano la guerra
mostrando poi la foto ai loro figli
che ne difenderanno il senso umano
sgridando i padri e dando dei consigli
per porre fine a un dramma disumano
che sta imperversando in tutto il mondo,
con morti, fughe e tanta immigrazione,
un caos che rasenta il finimondo
tant'è violenta la disperazione!
Mettiamo bene in vista quella foto,
c’è un bimbo sulla sabbia a faccia in sotto,
adesso non è più ... un figlio ignoto,
è figlio nostro! ... Era un passerotto! | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«Di fronte alle tante tragedie quotidiane restiamo quasi impassibili, tanto è l'evolversi di una situazione drammatica che ci appare tutti i giorni nei telegiornali, ma questa del bambino riverso col visetto sulla sabbia e inerme, quando tutti i bambini giocano in quel posto con il secchiello e la paletta per dare sfogo alla loro infantile fantasia, ha commosso le coscienze di tutto il mondo e ci ha fatto sentire colpevoli della sua morte. Un dramma senza fine questo degli emigranti in cerca di fortuna su imbarcazioni pericolose.» |
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