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Poesia pubblicata nello speciale 'San Valentino'
È l’Amor un’ima valle -
sotto un calle -
che rallegra i passi alpestri,
un torrente, un pio ruscello
fresco e bello,
cardi e fior che son silvestri,
è ‘l possente Sentimento,
un portento,
vivo ardor sull’orizzonte,
è un segreto, ed è un sussulto -
un singulto -
d’una roggia sembra ‘l ponte;
è ‘l fragor d’un bacio etesio,
un Sol cesio,
è l’ambrosia de’i sapienti,
e in su’i nuvoli s’invola -
giovin viola -
raddolcisce gli Elementi,
e si pinge un sanguinario
molle e vario
fulvo lito delle rose,
e un giardino dell’Eliso -
Paradiso -
schiude a bimbi, e a padri e a spose.
È l’Amore un rosso drappo,
vivo nappo
d’almo vino e di dolcezze,
un ciel cesio di beltade -
senza etade -
dolce speco d’alte ebbrezze,
è l’ascesi d’una rosa,
quando ascosa
fulva sboccia alla rugiada,
una placida fanciulla,
pianto in culla,
onda mossa in su una rada;
è l’Amore una burrasca,
pria che nasca
veste i ciel di negro sangue,
brilla e fulmina, e impazzisce,
e ferisce
del mar ansio ‘l cor che langue,
è Tempesta, pio naufragio
sol nell’agio
de’i tifòn de’i nembi santi,
e si pasce di sorrisi -
Paradisi -
e di giuri e di bei canti,
e s’esalta e s’alza in alto,
va allo spalto
dell’Empir che regge i Fati,
e ne lagrima le viole -
lieto Sole -
e gl’imeni gli son grati...
Grida dolce in sul deserto,
è ‘l suo serto
delle rose l’empia spina,
spreme e versa dal suo core
un liquore
che pe’i nembi s’incammina,
e s’infuria e si diletta,
non sospetta,
egli è ingenuo, e sacro e umìle,
è l’abbraccio d’una sposa -
pia mimosa -
a un giardin di caldo aprile;
e degli astri e della Luna,
Notte bruna,
biondo bacia ‘l torneamento,
e s’estolle e prega al Cielo,
puro velo,
e s’espande, chiome al vento.
È l’Amore la Natura
che perdura
nell’impronta del Signore,
è ‘l Destino, è Provvidenza,
la coscienza
della gioja e del dolore,
è d’un padre ‘l bacio al figlio,
santo giglio,
è ‘l sentiero del viandante,
d’una madre fia la fola
che la gola
narra al bimbo ch’è tremante...
è ‘l Mistero degli altari,
molli e cari
volti allegri, e baldi e lieti,
è la resina che fiata
all’amata
roccia pia de’i monti inquieti,
e s’esanima pe’i boschi,
parla ai foschi
sassi e ciottoli d’un fiume,
dà lor l’acqua che li appaga,
è la vaga
orma angelica del Nume;
piagne e posa in sulle pietre,
va pell’etre,
sa commòvere le belve,
e dell’esule ‘l Destino -
d’un meschino -
or ne illumina le selve.
È l’Amor la tinta falba
di quest’alba,
le farfalle in sopra i fiori,
una spada in cor trafitta,
è l’invitta
brage antica degli ardori,
è ‘l tramonto quando ascosi
stan gli sposi
in su’i culmini d’un monte,
quando questi tra l’oscuro
d’almo giuro
copron serici la fronte,
quando nutronsi d’affetti,
di diletti,
di sussulti e di preghiere,
e di Pace e del Sublime
delle cime,
indorate e fresche sere,
è la flebile ballata -
adorata -
d’un meschin ch’è errante spirto,
è la docile canzone,
la Passione,
che alla rosa canta un mirto,
è la nobile romanza
ch’ora danza
sotto i pioppi d’un castello,
e ‘l rivale e ‘l congiurato -
l’uom odiato -
ligia chiama suo fratello.
È l’Amor la Vita nostra
che si prostra
a Colui che regge ‘l mondo,
ansio speglio delle penne
d’un perenne
Angiol santo e pio e giocondo,
è la fonte che rallegra
l’empia e negra
terra antica e insanguinata,
non è carne, non è brama,
non è lama...
terra ria, tu se’ un’amata!
E in sul glauco Mar de’i Santi,
almi canti
or s’innalzano ai Ciel d’oro,
inni gridano a un bagliore,
all’Amore,
quest’è ‘l santo e lieto coro.
Pace, oh Uomo! Pace, oh Terra!
Pace, oh Guerra!
Oh fanciulle, oh figli, oh sposi,
oh Destino, oh molli istanti,
oh bei Canti,
sien gli ardori vittoriosi!
Trionfi ‘l Cielo, venga Empiro,
un desiro
che n’è amabile al Signor.
Come stelle all’Infinito
sta un ardito,
ecco: ‘l Regno dell’Amor! |
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