Visitatori in 24 ore: 8’740
634 persone sono online
1 autore online
Lettori online: 633
Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’350Autori attivi: 7’478
Gli ultimi 5 iscritti: Vladislav Prazko - ac autore - Valeria Viva - GiuseppeGiannotti - Marta Paolantonio |
_
eBook italiani a € 0,99: ebook pubblicati con la massima cura e messi in vendita con il prezzo minore possibile per renderli accessibile a tutti.
I Ching: consulta gratuitamente il millenario oracolo cinese.
Confessioni: trovare amicizia e amore, annunci e lettere.
Farmaci generici Guida contro le truffe sui farmaci generici.
Xenical per dimagrire in modo sicuro ed efficace.
Glossario informatico: sigle, acronimi e termini informatici, spiegati in modo semplice ma completo, per comprendere libri, manuali, libretti di istruzioni, riviste e recensioni.
Guida eBook: Guida agli eBook ed agli eBook reader. Caratteristiche tecniche, schede ed analisi |
|
Nivee e belle vette alpine,
senza fine,
s’ergon somme all’orizzonte,
lento scorre ‘l quieto Reno -
par sereno -
e s’unisce a un fresco fonte,
e le nebbie avvolgon l’estro
ch’è maldestro
d’empio vento ed errabondo...
liete e immense son le cime
nel sublime
del Sol termine oltre ‘l mondo,
e ‘l viandante va all’ignoto -
l’occhio immoto -
pe’i sentieri de’i Germani,
scorge e ammira l’orbe selve,
e le belve
fan latrati disumani.
La foresta è pien di lupi,
gridan cupi,
cantan triste le civette.
Nella Notte fosca e bruna
v’è la Luna...
lunge alquanto le saëtte.
Il silenzio regna e impera,
è foriera
l’aura arcana d’un mistero,
vanno inermi gli elementi,
i tormenti,
i sepolcri e ‘l cimitero;
e si tace la betulla,
si trastulla
d’una mandra di rapaci,
grida ‘l frassino e ‘l suo vischio
manda un fischio,
le sue spire son audaci,
e in su’ un calle v’è un castello -
non più bello -
le sue pietre sono adorne
e d’incendio e sangue umano:
è l’arcano
calderone delle Norne,
e le veglie e antiche streghe
in congreghe
riddan liete un ballo altièro,
è una macabra canzone,
e in tenzone
per lor muore un gran guerriero.
Or su’ un lago sta uno scoglio,
è un germoglio
e dell’àlighe e di Morte,
e raminghe n’ha Sirene,
son amene...
cantan inni all’empia Sorte.
L’ansio spettro ombroso sale,
è immortale,
veste bragi di cristallo,
porta in mano un teschio urlante,
e tremante
delle streghe vola al ballo;
e sta sotto un pioppo ignudo
l’orbo e crudo -
pien di vermi - ‘l prode estinto:
ferreo e lasso n’ha l’usbergo
e l’albergo
n’ha ‘l giardin che stagli avvinto,
e alla destra tien la scure -
morto - eppure
l’occhio aperto par vivente,
una lancia ‘l cor gli ha ucciso,
e ‘l suo viso
Senso e Vita più non sente.
Lungo i nembi e in su’i destrieri -
guardi fieri -
le Valchirie a pugne vanno,
sono i cieli attorno biondi
quai giocondi
crin di donne e dell’affanno,
han d’acciaro i dolci seni,
ferrei i reni,
pien di lòriche son l’epe,
hanno in man de’ giavellotti,
tra le Notti,
volan sopra un’aspra siepe;
gli elmi al volto e i piedi scalzi,
fan sobbalzi,
dianzi a lor la Luna è scialba,
pregan funebri de’i canti
pegli affranti
che mai più vedranno un’alba.
Sotto un noce van le Villi,
son di spilli
l’ugne aguzze e maledette,
bevon l’ombre de’i bei mirti,
son gli spirti
ben più bianchi delle vette,
e le ridde danzan meste,
fan tempeste
e di Morte e ancor d’Amore,
han disgusto della Croce,
la lor voce
è un lagnarsi di dolore;
e in eterno e in queste danze
le romanze
maledicono di Freija:
sono vergini morenti,
son dementi,
la lor Vita non è gaja.
Quest’è, o bardi, la Germania -
la Renania -
stan nel Reno l’alme carpe,
su’ una quercia grida un ghiro,
sta un Vampiro,
e risònan le vostr’arpe;
e pe’i boschi vuol errare
il Templare,
stan nascosti de’ folletti,
spiritelli inermi e gnomi,
senza nomi,
rei d’intrugli e di sospetti.
Quest’è landa del Destino,
un meschino
prega supplice ‘l Vallhalla,
segue un truce e cupo tòno,
unisòno
di chi a Morte corre e falla.
Oh Germania, oh antica terra,
sempre in guerra,
biondi Fati qual le dame,
canto ognor di tua bellezza
la dolcezza,
le leggende e le tue lame! |
|
|
|
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
|
|
Non ci sono messaggi in bacheca. |
|
|
|