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Chi sei tu, oh donna in fascino
d’un astro ignoto? Forse
un dolce sogno anonimo
che un dì seren mi morse...
un ciel di sogni frivoli
e un pungolo nel cor;
ed io ti veggo all’etere
dell’imbrunir, laddove
chiudo pensosa l’iride
che fresca si commòve,
e in sul gemente vespero
ti scorgo spesso; e ognor
sento che inquieto soffoco,
privo di spiro e fiato,
in sul crudele ònere
di tanto sogno orbato,
e come orror mi strangola
un senso... il Tempo... un mar,
e son sepolto d’attimi
di baci mai compiuti,
il crin s’imbianca e giovine
molt’anni ha già perduti,
e senza un cor di femmina
m’è tedio l’invecchiar.
Eppur di Notte affiggemi
la tua marmorea bocca:
mi svezza ‘l collo e al morbido
labbro un bel bacio schiocca...
a viso a viso, io palpito
e palpiti anche tu;
e attigue veggo l’iridi
degli occhi tuoi sì azzurri,
belle pupille estatiche,
e donde tu sussurri
miel d’un parlar romantico
son mille gioje e più...
e come un’orma torrida
d’un spir a nivea brezza,
scorgo ‘l passar degli aliti
dai nostri labbri, e olezza
un roseo e lieto balsamo
che mormora al tuo sen...
E ‘l tuo sospir angelico
è un folle vin che bevo,
un sol respiro impazzasi
dal nostro cor coëvo...
Ahi quant’io t’amo, oh femmina,
e quanto io vò ‘l tuo ben!
Ti sogno ancora, e sciolgoti
le bionde trecce in crema,
le gemme al crin e i fertili
giojel d’un pio diadema,
e tanti effluvi iscoppiano
d’un casto accarezzar;
ed il tuo sen m’è un docile
cuscin di lisce piume,
bianco e dorato e candido
ir di celeste lume,
t’ascolto gaudio e prospero
il core palpitar.
Uno, due, tre ed un battito...
lo sento, ‘l veggo e pulsa,
e cento e mille palpiti
vanno alla destra insulsa
e son gli spilli validi
che pungonmi ‘l dormir.
È un sogno infausto, un incubo
che sempre si rinnova,
sempre tu se’ l’angelica
donna che ‘l cor mi cova.
Se’ tu una Musa altissima?
Sei dama, ‘l vò sentir!
Dì... ai tuoi Cieli ai nuvoli
che in veglia son solingo,
che piango e bacio i turbini
d’un ciel che va ramingo...
che le mie preci chieggono
i pregi dell’Amor,
che voglio amarti l’anima,
baciarti ‘l labbro e ‘l mento...
che teco bramo vivere
tra Sol e neve e vento.
Basta co’i sogni! Stringere
vò ‘l mio... al tuo bel cor. |
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