Visitatori in 24 ore: 8’355
1048 persone sono online
Lettori online: 1048
Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
Poesie pubblicate: 361’348Autori attivi: 7’477
Gli ultimi 5 iscritti: ac autore - Valeria Viva - GiuseppeGiannotti - Marta Paolantonio - Antonio Ivor Boatti |
_
eBook italiani a € 0,99: ebook pubblicati con la massima cura e messi in vendita con il prezzo minore possibile per renderli accessibile a tutti.
I Ching: consulta gratuitamente il millenario oracolo cinese.
Confessioni: trovare amicizia e amore, annunci e lettere.
Farmaci generici Guida contro le truffe sui farmaci generici.
Xenical per dimagrire in modo sicuro ed efficace.
Glossario informatico: sigle, acronimi e termini informatici, spiegati in modo semplice ma completo, per comprendere libri, manuali, libretti di istruzioni, riviste e recensioni.
Guida eBook: Guida agli eBook ed agli eBook reader. Caratteristiche tecniche, schede ed analisi |
|
Come se fosse un alito
d’un nembo in ciel soffrente,
come del vento ‘l murmure
che requie più non sente,
grida tremando ai nuvoli
lo strazio del mio cor.
Morta la spene fetida
sul roseo prato in fiore,
spento ‘l diletto - l’ultimo -
d’un sì nefasto Amore,
vola ‘l recordo agl’Angeli
che spreme sol dolor;
e la nascosta primula
si nutre allor di pianto...
e tra’i singulti stolidi
l’arpa m’ispira un canto,
qui dove spira un albero
che gemme non ha più.
Sciolte le nevi fervide
sul mesto e freddo cardo,
urla pel vento ‘l loculo
d’un bianco e spento bardo
e della caccia ‘l piffero
rammenta ciò che fu.
Canta sull’orno in triboli
la molle e negra strige
mentre al mio core l’ùpupa
mi pinge l’aspra effigie
della crudele femmina
che un giorno mi ferì;
e scorgo in queste tenebre
l’ombra del suo sorriso,
ed i sospir malefici
del suo grazioso viso...
e mi ricordo ‘l tenero
foco che poi svanì.
Era del verno un attimo,
scese la neve alfine.
La vidi al fianco debile,
le scorsi ‘l bruno crine;
e in sull’avorio simile
a un pianoforte urlò...
e dall’allegro cembalo
lieto sonàto a festa
parvemi udire l’ùmile
Amor che mai molesta,
e come quieta allodola
un cor mi cinguettò.
Volse lo sguardo serico
al labbro mio ansioso,
come le fiamme e un eremo
che vanno al ciel pietoso...
e dal suo ciglio un fulmine
celere al cor mi diè;
e le parlai nel singolo
tempo d’un breve istante,
come d’un son cromatico
la nota scintillante...
e sul mio volto giacquesi,
e le cadevo ai piè.
Stette in silenzio e volsemi
la destra man gentile
e mi sorrise pùdica
sìccome un ciel d’aprile...
e le amorose liriche
al cor poi m’ispirò.
Ecco che disse al misero
che ad altri dava l’alma,
ed io mi scorsi adultero
senza più pace e calma,
ed ella infame ai tepidi
lidi d’orror scappò.
Piansi ‘l suo cruor di fragola,
i tralci di sue vene,
piansi qual gufo in fregola
ucciso dalle pene...
e in sull’aurette gelide
mi parve di morir.
La vidi allor tra’i palpiti
d’un sì represso sogno
dove ancor l’alma miagola,
laddove mi vergogno,
e come un’aspra vipera
mi diede al mio soffrir.
Vai vagabonda e libera,
fanciulla, in sul mio core,
dove non sai l’immagine
che saziami d’Amore;
e quell’effigie tenera
sembra parlar, sei tu...
e nell’errante sibilo
del vento antico e forte,
vieni a parlarmi morbida
pugnando pur la sorte...
Ma un sogno è questo ruvido,
l’Amor ormai già fu.
Viene la vera impavida
raggiante tra’i bei fiori.
Sento allor i venefici
ricordi degli Amori,
ed alla mente pingonsi
gli animi del dolor.
Come se fosse un tumulo
di nevi sciolte ai venti,
come un guerriero impavido
in mezzo ai fieri eventi,
cade represso in triboli
l’Amore; e poscia muor. |
|
|
|
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
|
|
Non ci sono messaggi in bacheca. |
|
|
|