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Disotto a un palmizio, tra noci di cocco,
tra dolci banane cullate d’aprile
giacevan due preti su un lido in Brasile
che mesti e scontenti sedean a frignar;
ed erano dessi gran padri d’Ausonia,
Tommaso Eo ‘l primo, quell’altro Lambrusco,
e lì sulla riva bevevan dal musco
le lagrime amare che tosto temprar.
Stavan tra i dotti che lungo ‘l Bracchetto
all’anglo Carlino spandevan gli studi;
ma quando quel sire con cenni sì crudi
in scimmie dell’uomo progenie indicò
costoro in rivolta si fecero odiare
e subito odiati no’l vollêr seguire,
si fecêr sbarcare e presso ‘l morire
quel lido bramato atroce ‘l portò.
Ma ‘l Cielo ascoltava di loro vendetta
il cenno, il desiro... l’altero disegno;
e ‘l Fato credette Carletto un indegno,
un losco bandito dappresso ‘l punir.
Così sul Bracchetto un pugno di scimmie
che sire nomava possente gorilla
si mise in rivolta; e tutto in favilla
quel legno natante tai ciurme conquîr.
«Costui che in noi vede degl’avi i ritratti,
cotal masnadiero che qui ci ha rapiti»
sclamava ‘l gorilla «costui ci ha traditi,
giammai per banane un dì c’ingannò.
Noi povere scimmie» e ‘l petto batteva
«che odiamo le guerre, che pace adoriamo,
che niente di male agli altri rechiamo...
che il Nume dell’orbe egual ci creò,
non siam lor progenie, chi ‘l crede c’insulta,
chi ‘l pensa nel mare, tra polipi e squali,
nell’acque più fredde ricolme di mali
dassenno più tardi sconfitto cadrà;
ed ora vi giuro che presa la nave
saremo felici, saremo fratelli;
possente e rubella qual stormo d’augelli
su noi che ricada la pia Libertà!».
Allora il gorilla si fece ammiraglio,
elesse nostromo un giovin mandrillo,
spaccò le catene d’un gran coccodrillo,
nomò capitano un buon scimpanzé.
Tenente ‘l macaco, soldati le scimmie,
banane qual sciable, le noci i proietti,
pistole de’ legni, minacce e dispetti
in un solo giorno ‘l Bracchetto temé;
e ‘l povero Carlo gettato nel mare
nuotava lontano tra mille perigli
finché uno squalo coi bruti suoi figli
lo prese in sorpresa e poi lo sbranò.
L’intero equipaggio seguì la sua sorte,
finì tra quell’onde ricolme di denti,
fors’uno salvavasi... salvavasi a stenti;
ma ‘l re degli squali cotanto mangiò.
Eppure il gorilla, sebbene la gloria,
non volle tenere ‘l rispetto de’i patti;
e tutto per sé... per sé fin de’ ratti,
banane e leccornie si volle serbar.
Allor le scimmiette un’altra rivolta
dovettero fare, gridarono guerra.
Quel bruto e i suoi fidi caduti per terra
dovevan fuggire... oppure crepar.
Fu scorto a sonare un flebile archetto
cantando l’Amore il pover mandrillo...
Gli ruppero in testa la viola che un trillo,
un urlo di morte al cielo esalò.
Fu poi ‘l capitano le cuoja a tirare,
fu preso e impiccato pell’alber maëstro;
ma prima in sull’occhio un pugno un bel destro
si prese da tutti... e morte abbracciò.
Il gran coccodrillo fu scorto e sgozzato,
voleva mangiare un bel carapace;
ma un gruppo di scimmie con sgarbo rapace
lo colsero e tosto la gola ‘l tagliar.
Sen stava il macaco assorto nel viaggio,
sen stava prudente dinnanzi al timone.
Fu preso ed in stufa, tra foco e carbone
un gruppo ribelle lo volle bruciar.
Restava ‘l gorilla, rinchiuso in suo alloggio
laddove di serpe cocèva un gran guscio.
Gli dissêr banana, bussarono all’uscio,
costui ch’era stolto veloce l’aprì.
Aveva dinnanzi la folla in rivolta
che ‘l prese e su un ceppo mostrava la scure.
La testa sul tronco... le lame più dure...
del grande gorilla la vita svanì.
Ma il boja furioso non solo quel volto
anco quel ceppo quel legno natante
sbadato feriva tra calca esultante
sicché una gran falla... la nave scavò.
La ciurma contenta l’error non mirava,
vagava festosa per ogni locale.
Cantavano i viva, i gloria ed i vale;
ma tosto ‘l Bracchetto a picco colò.
Fu così che un gruppo di scimmie in prigione
tempraron rivolta agli umani signori.
Fu così che un furbo da’i lugubri umori
i vegli tiranni emulava nel cor.
Fu così che oppresse le miser scimmiette
uccisêr i bruti con possa e violenza.
Allora quel mondo per questa demenza
infranse e distrusse de’i Cieli ‘l Signor
ché mai non fu detto a scimmie, ad Adamo
d’evolversi in guerre, ma solo d’Amor! |
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