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Te lodiamo, Signor d’Israëllo,
Te preghiamo, Signore di Sionne,
questi incensi ti portan le donne,
quest’offerte sui nobili altar.
Te lodiamo, Speranza de’ vivi,
Te preghiamo, Giustizia de’ morti,
come Cristo saranno risorti
i bei spirti che volano in Ciel.
Te Signore, Te splendido Nume,
adoriamo noi misero atòmo,
verrà presto il Figlio dell’Uomo
lieto nunzio novello a gridar.
Te lodiamo, Signore di Vita,
dolce Cielo che piove la manna,
a Te Lume cantiamo l’Osanna,
bianco nembo di gaudio, d’Amor.
Nata santa da Vergine donna
la tua Carne posò sul giaciglio,
in Egitto fuggì dal periglio
della furia d’impavido re.
Al cospetto di tale innocenza
si chinava una stirpe d’eletti;
fùrô l’acque che i nostri difetti
dolcemente poterô placar.
Sulla Croce spirasti temuto,
il tuo Amore ricadde nel Nulla.
Fu la Madre piangente fanciulla,
fùrô tanti i gementi sospir.
Ma la tomba che qui t’opprimeva
schiuse’l soglio a rinata tua Gloria;
non fu vana la nobile storia
delle carni del santo Figliuol.
Te lodiamo, Signor d’Israëllo,
Te preghiamo, Signore di Sionne;
ti s’inchìnan e uomini e donne,
o Signore d’impavido Amor. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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