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Ti lascerò cantare dal violino,
o Luna dolce e bella
che baciando ogni stella
vai irradiandomi palpiti di stupor.
Sì! Lascerò che quelle corde tese
bacino il tuo splendore
folgore alba d'Amore
che voluttuosi sensi sempre mi dà.
Lascerò che innocente nel suo miele
il bel sono ti sfiori
mentre tu mi innamori
col vago strale del celere danzar.
Lascerò che ti baci pur l'Empireo,
il cielo la cui bocca
è il labbro che ti tocca
d'un amante in ansia... del mio dolce cor.
Metempsicosi di pio sentimento!
Al mio fianco ti veggo
mentre ansioso qui seggo
a meditare sopra la tua beltà;
e l'etere animoso sento, ascolto
nel core del deliro
del tuo soffice spiro
il foco che sempre corre a irradiar.
Odi? L'onde pizzicate dell'arpa
volan lassù, nel cielo,
ti commòvono il velo
che copron il tuo crine, Diva immortal;
e vanno lievemente con delizia
a baciarti la fronte
che di tormenti e d'onte
giammai conosce l'orma, giammai l'orror.
Ti amo! Ti invidio! Voglio la tua sorte!
Vedi? Sono geloso...
Senti? Sono desioso
della tua beata condizione d'Amor...
del tuo Essere etereo, puro, superno
che naviga leggero
sopra'l son ch'è foriero
d'un naufragio nel tutto de' nostri cor.
Ti lascerò allor naufragare meco
in questo dolce mare
ove ci sono care
l'onde d'una spasimante infinità...
l'acque calde, spumose, rosseggianti
d'una notte infinita
che mi desta la vita...
la vita che s'accende solo per te,
la vita che è in te e in questa sinfonia
per me che mesto canto
col core triste, affranto...
per me che canto la mancanza d'Amor,
per te che senti confidato il mio duol
in quest'attimo eterno
che recorda l'inverno
senza gemme, senza sole... senza fior. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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Una tematica diversa riguardante la Luna. (Galante Arcangelo)
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