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Maraviglia incomparabile e pura
d'un'incantata etesia apparizione!
Tra oniriche nebbie di fiamma oscura
e sì limpide fosche di passione,
sìccome immago dal Cielo discesa,
al mio poetico ciglio sconsolato
alfin un volto la speme palesa
a soave ristoro del cor vessato
che già tanto soffrì le crude pene
d'istinti inappagati d'Amor fiero
che sempre perdettero il proprio bene
in un impeto reo d'ischerno altero.
Oh ridente sogno di realtà immensa,
esultante viso d'un Ciel perduto!
Etereo l'incanto vola ove pensa
ch'al lieto sono d'un'arpa o d'un liuto
infinitamente sia tanto atteso,
poiché la bella indole che innamora
del suo caro e immanente essere asceso
dal meschino sente pregata ognora
senza tregua alcuna, senza pietade.
Ah! La beltà d'una nordica brezza
a me mostra dunque la Libertade
le cui ale, tra l'aër che puro olezza,
schiudono al mio ignoto... incerto orizzonte
l'infinità del sentimento ideale,
l'ebbrezza d'una sì amorosa fonte,
la fulminea saetta d'un soave strale...
la pia fugacità della gioventù...
l'effimera primavera fiorita
che, pur memore dell'infanzia che fu,
a sé... ai suoi fiori l'amante ora invita.
« Je ne sais rien, madame » sclama il mio core
che poscia aggiunge innocente e tranquillo
« Mais une chose est certain: je t'aime! ». Ah! L'Amore...
sì, l'Amor che gaudio mi fia e pur brillo.
Bell'incanto che i bei laghi han nutrito
e i miti colli e le frondose selve!
Tu coll'alma odi in silenzio patito
il ruggir di quell'amorose belve
che pure, vergini qual la tua terra
per te m'ispirano segreti ardori...
fiamme stridenti che fian aspra guerra
alle rie parvenze... ai crudel dolori.
Donde viene questo incanto dorato
che cotanto conquide la mia Poesia?...
È forse un dono del Nume pregato...
del clemente Divo che le grazie fia?
Oppure – ahi, lasso – Mefisto m'abbaglia
non più con una bianca margherita
ma con una rosa che insidie scaglia
contra il mio destin... contra la mia vita?...
Ah, no! Non puote essere Inferno colei:
tant'è pura, angioelica e deliziosa
che, divina figlia di lucenti Dei,
parmi una fanciulla buona e amorosa.
Ah, no! Non puote essere ancora inganno,
tradimento... sotterfugio... raggiro
o non avrò altro che tormento e danno
in questa vita che già poco ammiro.
Eppure... Pensa meglio, giovin poeta!
Pensa! E vedrai che tristo sogno è ancora!...
È bella... l'ami; ma il futuro vieta
questo sincero sentir poiché fora
che un dì l'Amore nella lontananza
svanir sìccome sorto cieco dovrà.
Allora giungerà altra ripugnanza
per una vita che orrida ognor sarà.
Mira! La Ragione il cor ti ferisce...
Tu soffri perduto... sì, soffri mesto
per Amor che mai nato ora svanisce
sìccome l'incanto che fu funesto...
sìccome un Sole che tramonta presto
lasciandosi dietro un'orda di sensi...
una coorte di bei pensieri immensi
che oscurano i nembi col rosso sangue
d'un rio crepuscolo giovine... infante...
d'un core che senza pace ognor langue
sovra lo spiro della vita ansante.
« Hellas! C'est une rêve! ». Oh mia apparizione!...
Senza Amor... per sempre. Maledizione!
Maledizione!... Ahimè! Maledizione! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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