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Nell'ore arcane dell'ermo meditar
che saggio volge alle celate leggi
di ciò ch'è terra, e foco, e aër e mar,
oh viandante senza meta, pur veggi
l'immensità ignota dell'orizzonte
accendersi brevemente al bagliore
d'una folgore che foriera d'onte
palesa inconscia ai tuoi occhi il suo furore.
Abbi timore!... Veloce la saetta
ti segue col suo guardo, col suo passo...
Di beltà arcana, di forma sì schietta
a terra t'abbatte... t'empie di lasso;
e palesati quanto la Natura
opprima i tuoi miseri e inetti sensi
incatenandoti arcigna e dura
ai macigni sempre più forti e densi
d'una Vita in sé pallida e mortale
che, siccome viva face stridente,
sarà presto cinere cieco, frale
nell'erosa polvere deridente.
Quale misterico tònar pel cielo!
Quale tremore t'angoscia nell'alma!...
Il mesto ciglio copresi d'un velo...
E tu eri Uomo, oh muta... silente salma...
un Uomo vittima d'un giuoco ignoto
imposto da una sconosciuta mente
che mirandoti ivi defunto e immoto
oramai t'ischernisce crudelmente!...
Esultate, fredde vette innevate,
che mentre baciate i nembi estatici,
schiudete ferine valli adombrate
da sensi falsamente catartici
ch'agli arditi e valenti pellegrini,
offuscando loro il baldante senno,
creder fanno d'essere eroi divini
che tutto dominan con un sol cenno!...
Giubilate, rei mari in tempesta,
che funestate gl'ignoti fondali...
che mòvendo l'onda cruda e funesta,
istigate de' naufragi i gran mali...
i duoli di coloro che perduti
sempre debbono peregrinare
cogli animi mesti, freddi e abbattuti
che più non sanno la terra sperare!...
Ahi lasso!... Vanità delle Vanità!
Oh letizia!... Sublime de' sublimi!...
Nati e cresciuti in folle cattività
dettata da natural sensi infimi,
Uomini, spezziamo l'aspre catene
e della sensibilità più ottusa
e della baldanza che a tante pene
portò la nostra Umanità soffusa;
sicché dall'estrema e rea sofferenza
conquider possiamo la via salutar
che vola entro la divina possenza
di Colui che solo ci desia salvar.
Sublime è la Vita nell'Assoluto!
Trista è la morte del mondo perduto! |
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